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La moda e l’antropologia: l’intreccio dell’embodiment culturale

In antropologia il corpo è una realtà sociale: una piattaforma impegnata di simboli che funge da specchio della società e ci permette di individuarne la stratificazione, le usanze, le tradizioni, e le situazioni politiche.


Le finalità dell’embodiment culturale

I simboli che veicolano un significato culturale possono avere diverse finalità e possono situarsi sul, nel e per mezzo del corpo. La finalità estetica permette al corpo di renderlo più attraente e ci dà l’occasione di individuare il canone estetico della società. Tramite la finalità sociale si studia le modifiche apportate sul corpo e ci permette di scoprire le diverse classi sociali. Con la finalità politica infine il corpo viene utilizzato per esercitare una forma di potere, di dominio. In un lavoro svolto in classe, studiando le modifiche applicate sul corpo, siamo stati in grado di portare degli esempi riguardanti il nostro amato mondo della moda e capire grazie ai vestiti e agli accessori diverse società. Abbiamo analizzato l’epoca classica dell’impero romano d’Occidente ed Oriente, l’Ottocento in Giappone e l’età contemporanea sia negli Stati Uniti che nello Zimbabwe.


La finalità estetica

Le donne romane d’Occidente indossavano come biancheria una sorta di reggiseno chiamato pectoralis e le mutandine subligar. Come sottoveste portavano una tunica intera in lino e come veste vera e propria la stola. L’abito poteva essere completato da una cintura in vita, che sottolinea le rotondità dei fianchi, e da una seconda fascia posta sotto il seno, per evidenziare. Da qui possiamo facilmente individuare la finalità di tale vestiario: il canone estetico della società prevedeva dei fianchi e il seno importanti. Invece in Oriente la questione era differente: la donna doveva essere più longilinea ed esile, quindi le vesti erano accollate, coprivano il busto e per un senso di pudicizia si coprivano con un mantello.


La finalità politica

Nel periodo Edo le donne giapponesi indossavano un abito, chiamato custode, decorato con ricami raffinati e preziosi. Questi vestiti lussuosi erano però riservati all’aristocrazia e l’uso della seta da parte di persone di rango inferiore era punito severamente. Per questo motivo vennero stabilite delle leggi che determinavano quali abiti fossero adatti per ciascun ceto sociale. Da quel momento le classi inferiori iniziarono a possedere solo un abito di canapa per l’estate e un altro di carta per l’inverno. La funzione politica è evidente: l’imposizione di un certo vestiario viene utilizzato come strumento di potere al fine di controllare e dominare la classe sociale più bassa. Questo fenomeno in antropologia è chiamato biopolitica.


La finalità sociale

La cultura hippie è un movimento di controcorrente giovanile che si è avviato negli Stati Uniti negli anni sessanta, diffondendosi rapidamente in Europa e in altri paesi del mondo. I «figli dei fiori» cercano di sbarazzarsi delle catene della società, scelgono la propria strada e trovano un nuovo significato nella vita.


I loro simboli e iconografie vogliono mostrare un basso status sociale, coerentemente con ideali di povertà e semplicità, con un vestiario che riflette uno stile di vita disordinato e spesso vagabondo. Indossano vestiti usati o autoprodotti, i pantaloni a zampa, le ampie maxi gonne e i micro top decorati con fantasie psichedeliche, floreali o con stampe tie-dye. La finalità sociale del loro stile di abbigliamento non dimostra quindi semplicemente la diversità tra le classi sociali, ma anzi vuole dimostrare e marcare il divario per un fattore identitario.

Similmente accade in Zimbabwe nella comunità Ndebele. Le donne portano tradizionalmente abiti e ornamenti che rispecchiano il loro status sociale. Nella fase iniziale del matrimonio la donna indossa anelli di bronzo e rame alle braccia, alle gambe e al collo, che simboleggiano il legame e la fedeltà al marito dal momento della costruzione della loro casa. Questi “simboli” si possono rimuovere solo in caso di morte del coniuge.


Lo strumento privilegiato dell’antropologia

Grazie al nostro studio antropologico abbiamo potuto capire al meglio il significato del corpo, strumento presente e plasmabile fin dall’inizio della vita, che influenza la mente ed è a sua volta influenzato dalla società e che permette agli altri di riconoscersi.


G. Marcolin (3ª A), B. Sberna (3ª B),

I. Tanzini (3ª A), I. Trivella (3ª B)

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