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Amore e Psiche, un amore proibito

L’amore è dappertutto. Risiede in ognuno di noi in svariate forme. Non importa da dove proveniamo o quanto siamo stati generosi o egoisti. L’amore si insinua nel cuore di tutti. È parte della nostra vita sin da quando veniamo alla luce e nostra madre prova un affetto puro e incondizionato che non è altro che amore. Poi si susseguono molteplici altre persone da amare. Se si è fortunati, si può scoprire la bellezza di un amore platonico, che equivale a trovare un amico che possa apparire come parte della propria famiglia. L’amore si trova in una ragazza che da sempre osserva un ragazzo, rimanendo nell’ombra per paura di essere delusa. L’amore si trova anche in una vedova che siede davanti alla tomba di un marito, aspettando che torni, ma non perchè sia pazza o ingenua, ma perché l’amore crea speranza anche nel cuore più freddo. L’amore può apparire quasi tangibile, quando lo si prova nella sua forma più genuina. L’amore è ingestibile, incontrollabile.


Per questo la forma di amore più affascinante è quella dell’amore proibito. L’essere umano è condannato a desiderare sempre ciò che non può avere. E quando è proprio l’amore che non può esprimere, può sembrargli di non riuscire a vivere, non riuscire a respirare, quando non vede la persona da lui amata. Perché è così: l’amore, quello vero, travolge a tal punto da poter rinunciare a tutto pur di sentirsi a propria volta ricambiati. Essere liberi di amare è un diritto imprescindibile.

La storia di Amore e Psiche riesce a descrivere le sensazioni e i tormenti di un’anima che non può amare qualcuno. Traccia le emozioni di un amore proibito in una maniera semplice e che riesce a far ricadere l’attenzione sull'angoscia che si prova quando un amore vero e puro viene ostacolato.


Trama

La celebre scultura di Canova è ispirata alla Favola di Amore e Psiche di Lucio Apuleio. Psiche, una giovane ragazza, terza ed ultima figlia di un re, possedeva una bellezza degna di una divinità, perciò le persone iniziarono a venerarla esattamente come tale. La vera dea della bellezza, Venere, non riuscì ad accettare questo oltraggio alla sua autorità, così decise di punire la ragazza e di farla innamorare di un mostro. La dea affidò questo compito a suo figlio, Amore, che per sbaglio si colpì il piede e si innamorò lui stesso della ragazza. Così egli stesso, andando contro gli ordini della madre, prese in sposa Psiche e la portò nella sua dimora, le mise a disposizione servitori invisibili e le donò una vita degna di un dio. Amore però non poteva mostrare il suo vero volto alla moglie, quindi l’unico momento in cui stavano insieme era la notte, quando il buio impediva alla ragazza di scrutare il volto del marito.

La giovane però era preoccupata per la sua famiglia, che la credeva morta, e sentiva la mancanza delle sue sorelle. Amore le concesse di invitarle nella sua casa, ma ad una condizione: non avrebbe dovuto rivelare il fatto che non aveva mai visto suo marito. Lei accettò e così fece. Ma quando le sorelle rividero la giovane Psiche, furono divorate da una nera invidia per lo stile di vita che conduceva, così escogitarono un piano per vendicarsi di lei. Durante una delle visite successive, riferirono alla sorella minore che suo marito era in realtà un orribile mostro e che avrebbe dovuto ucciderlo. L’ingenua sorella, scossa da quella rivelazione, diede retta alle sorelle, e così durante la notte si armò di una lama e di una lampada ad olio per scoprire cosa nascondeva la creatura che definiva suo marito. Quando però avvicino il fuoco al volto del ragazzo, si rese conto di avere di fronte Amore in persona. Purtroppo però una goccia di olio bollente cadde sulla spalla del dio, che scappò. Psiche, cercò di aggrapparsi a lui ma non ci riuscì. Così, dopo aver cercato di togliersi la vita per la perdita del suo amato, si vendicò delle sue sorelle. Sapendo che la dea Venere era adirata con lei, chiese protezione ad altre divinità, che però rimasero fedeli alla dea e non poterono aiutare la ragazza. Quest’ultima decise alla fine di consegnarsi a Venere, credendo di placare la sua ira, ma così non fu: dovette affrontare molteplici sfide estremamente pericolose. L’ultima di esse fu drammatica: mentre faceva ritorno dagli inferi, dove aveva chiesto a Proserpina, da parte di Venere, un po’ della sua bellezza, aprì l’ampolla dove essa era contenuta, ma ne uscì il sonno eterno. In extremis, Amore arrivò in tempo per risvegliare Psiche con un bacio; i due si recarono da Giove, pregandolo di convincere Venere a consentire il loro matrimonio. Il padre degli dei, commosso, fece come chiesero i due innamorati. Psiche divenne la dea protettrice dell’anima e delle fanciulle, e diede alla luce una figlia.


Analisi dell’opera

Amore e Psiche è un’opera di Antonio Canova terminata nel 1793; la sua datazione coincide quindi con il periodo neoclassico. La scultura di marmo è oggi conservata al museo del Louvre di Parigi e una copia dell’originale, realizzata dallo stesso Canova, è esposta al Museo statale di San Pietroburgo. Il gruppo scultoreo fu acquistato da un collezionista, anche se inizialmente era stato commissionato da un colonnello inglese, che non lo ricevette a causa di problemi di trasporto.


Canova si rifece della favola di Apuleio e cercò di rappresentare l’incontro di Amore e Psiche dopo la lunga separazione avvenuta a causa di Venere. L’artista fa luce sulle emozioni dei due giovani, immortalando l’attimo fuggente che precede il bacio. Scolpisce i loro sentimenti, donando una dolce espressione sui volti dei soggetti e uno sguardo intenso che rappresenta il forte amore che li unisce.

La struttura dell’opera è delineata da una forma a X: una diagonale percorre il corpo di Amore, partendo dalla gamba destra e terminando sull’ala sinistra, la diagonale opposta va dal corpo di Psiche fino all’ala destra di Amore. I due assi si congiungono al centro delle braccia intrecciate e tra le labbra dei due innamorati. Questa struttura dona alla scultura un senso di equilibrio e di proporzionalità tipico della sensibilità estetica del Neoclassicismo.


L’artista

L’autore dell’opera Amore e Psiche è Antonio Canova. L’artista veneto, nato nel 1757 in e morto nel 1822, è stato uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo, corrente artistica che ammira e si ispira alle opere greche e romane poiché considerate un insieme di equilibrio e bellezza. Questa estetica si era diffusa dopo lo sviluppo di scavi archeologici che avevano riportato alla luce molte sculture dell’antichità classica.

L’interesse di Canova era indirizzato principalmente alle figure umane idealizzate,che raffigurano infatti una bellezza ideale. Le sue opere sono realizzate in marmo e levigate in un secondo momento per essere rese più naturali. I soggetti scolpiti dall’artista sono spesso ispirati dalla mitologia antica, come d’altronde spesso facevano i greci.


I. Shmili (1ª B), G. Vermi (1ª A)

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