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Che tu sia per me il coltello

Amore è il fatto che tu sia per me il coltello col quale frugo dentro me stesso.
— D. Grossman, Che tu sia per me il coltello

Che tu sia per me il coltello è un romanzo epistolare scritto da David Grossman nel 1998 e pubblicato in Italia da Mondadori l’anno successivo. Il titolo del libro prende il nome dalle Lettere a Milena dell’autore Franz Kafka. Le vicende sono ambientate a Gerusalemme, terra natale dell’autore. Yair, il protagonista, un giorno in mezzo a una piccola folla di persone viene colpito da una donna, Myriam, che sembra intenta ad allontanarsi da tutti. Questa riservatezza, da lui interpretata come un’impercettibile difesa, lo commuove, portandolo a scriverle una lettera anonima. Le propone un dialogo aperto e profondo, nel quale è intento a indagare sul passato e sul presente della donna. D’altro canto Myriam, rimane sorpresa da Yair decidendo di rispondergli a sua volta. Nasce così un rapporto profondo, tra due sconosciuti, le cui anime vengono esplorate e scandagliate tramite lettere. Scoprono la sensualità delle parole e del potere che hanno per la creazione del loro nuovo mondo segreto, lontano dalle differenze che nella vita li separa. Da quel momento si crea un forte legame, stravolto da un amore incontrollabile e travolgente, pronto a mettere a repentaglio tutto ciò di cui erano sicuri fino ad allora.


Il risultato è dunque un romanzo avvolgente e incantevole. Grossman ci spoglia e ci lascia nudi con i nostri pensieri più profondi, toccandoci l’anima. Yair, un uomo colto e sensibile, si innamora perdutamente delle parole di Myriam, decidendo di mettere a repentaglio la sua vita stessa. Entrambi, nel momento in cui scrivono, mostrano la loro interiorità facendola quasi diventare parte di noi stessi. Che tu sia per me il coltello ci porta ad amare smisuratamente gli altri senza la necessità di un contatto fisico. L’autore ci insegna che le parole sono un’arma indiscutibilmente di enorme potenza, con esse abbiamo la possibilità di svelare i nostri segreti più intimi.

Yair e Myriam creano un mondo parallelo nel quale scorrono pensieri e sentimenti. Creano nomi differenti da assegnare ai familiari e poche informazioni su chi siano realmente nella vita reale, quasi come per nascondersi. L’aura di mistero che li circonda è vastissima, tanto che fisicamente è difficile immaginarli. Il loro amore è platonico, segreto e impossibile, legato a due anime che senza mai vedersi sono unite. La scrittura assume un ruolo fondamentale: protezione da una realtà che impedisce di portare in superficie pensieri, paure, incertezze.

Uno spunto di riflessione molto riguarda la nascita di un sentimento forte, come l’amore, senza però la necessità di un contatto. Al giorno d’oggi e nella società in cui viviamo l’atto fisico assume grande importanza. L’insegnamento, dunque, che Grossman vuole dare è che l’anima non va in alcun modo trascurata, ma protetta e soprattutto tutelata. Deve essere presentata a chiunque come la parte più importante e intima di noi stessi. I due protagonisti, oltre ad amarsi, si aiutano a vicenda confidandosi tutto. L’uno, dunque, è sempre la salvezza dell’altro.


Vorrei che tu capissi, io parlo solo di lettere, davvero. Non di incontri. Niente corpo, né carne. Non con te. Mi è parso talmente chiaro dopo la tua lettera. Solo parole. Perché tutto si rovinerebbe a tu per tu, scivolerebbe subito su strade note, già percorse. Solo le mie parole che incontrano le tue, il ritmo lento dei nostri respiri che si uniscono.
— D. Grossman, Che tu sia per me il coltello

C. Zanini (3ª A)

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