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Chiamami col tuo nome: un’unione di anime simili

Oliver, il sole. Elio, la muvistar, come lo chiamava Mafalda, la governante. O forse era il contrario. Chi era chi ai loro occhi non importava. Oliver era un ragazzo italoamericano. Capelli scuri, occhi chiari, occhiaie profonde, corpo asciutto e pelle color della luna. Sapeva l’inglese, l’italiano, il francese e il tedesco. Passava le estati nella villa dei genitori, «somewhere in Italy», aspettando l’arrivo dell’inverno e quando la sua morsa gelida congelava l’aria, Oliver tornava nella residenza americana, attendendo l’afa estiva e il ritorno in Italia. Suonava il pianoforte e la chitarra. Le sue dita affusolate si muovevano con delicata precisione sui tasti bianchi e neri e sulle corde in nylon. Quando era al piano il suo corpo intero suonava: teneva gli occhi serrati e la bocca dischiusa, per concentrarsi meglio. Adorava la letteratura, la poesia, le sigarette e giri in bicicletta. In testa a tutto però, Oliver adorava la sua «collina di Monet», così chiamata a causa degli innumerevoli quadri dipinti in quel luogo dal pittore francese. La collina era il suo rifugio, vi si recava sempre solo, tranne una volta, quando alla collina ci andò insieme ad Elio. O forse era Oliver, che differenza fa? Era un pomeriggio afoso, il tragitto in bicicletta fu faticoso a causa del sole cocente che batteva sull’asfalto. Quando furono arrivati, Oliver gettò la bici a terra e corse nelle acque fresche del torrente adiacente alla collina. Quale piacere nell’attenuare il calore che l’aveva afflitto durante l’intero viaggio! Elio lo imitò e quando entrambi furono appagati, si spostarono sulla collina vera e propria, il letto d’erba morbida dove Oliver era solito riposare. Si sdraiarono uno accanto all’altro, quando il «signor Ulliva» si alzò sui gomiti e avvicinò delicatamente le sue labbra a quelle di Elio. L’aveva mai fatto prima? Aveva mai baciato un ragazzo? No, non era mai arrivato a tanto. In realtà, al tempo, si vedeva con una certa Marzia, una ragazza dolce e carina. Però, ogni volta che la baciava, nei suoi pensieri compariva Elio. Oh, Oliver! Oliver che aspettava il rincasare di Elio quando faceva tardi la sera. Oliver che fremeva al contatto del coinquilino. Oliver che quando suonava non lo faceva per nessuno se non per lui, il suo sole, la sua muvistar. Lo studente universitario, arrivato dall’America in Italia per scrivere la sua tesi di laurea e ospitato in casa loro. Oliver per quel ragazzo provava tanto, se non tutto: amore e odio, gelosia e indifferenza. Oliver non pensava ad altri che a lui. E può questo definirsi amore? Oliver aveva diciassette anni, Elio ventiquattro. Oliver per consolare il suo dolore si lasciava coccolare dalle parole della madre e del padre. Oliver era silenzioso, introverso, creativo. D’estate giocava con gli amici a pallavolo, si lasciava scottare dal sole cocente e si bagnava la lingua con il succo d’albicocca. Oliver era «abbastanza orgoglioso di saper qualcosa da poter ammettere modestamente di non sapere tutto», citando Nabokov. Infatti, all’affermazione da parte di Elio, «You know everything», lui rispondeva, «Oh, I know nothing». O forse questo era Elio, che importanza ha?


Chiamami col tuo nome è un film del 2017 del regista italiano Luca Guadagnino, ma prima di diventare una pellicola di successo è stato un libro dello scrittore statunitense André Aciman, pubblicato nel 2007 dalla casa editrice Guanda. La storia è ambientata nell’Italia degli anni ottanta e narra di due ragazzi, Oliver ed Elio, e della loro storia d’amore. Elio è figlio di un professore universitario, e proprio per questo è molto colto e legato alla musica e alla letteratura. La sua famiglia ogni estate ospita uno studente straniero nella residenza italiana, supportandolo nella stesura della tesi di laurea. Durante l’estate narrata lo studente ospitato è Oliver, un giovane affascinante e sfacciato. Lui ed Elio, nonostante la timidezza di quest’ultimo, instaurano un rapporto intimo e profondo, scoprendo che, nonostante la differenza d’età, nutrono interessi omologhi. Trascorrono le loro giornate tra passeggiate in bicicletta, partite di pallavolo e discussioni profonde. Elio inizia a realizzare di non provare per Oliver un semplice sentimento di amicizia e, dopo diverse vicissitudini, Oliver dichiara di provare gli stessi sentimenti. Entrambi i ragazzi, seppur Oliver sia già adulto, si ritrovano in una situazione piuttosto complicata: si amano nell’ombra, nascondendosi agli occhi degli amici e dei genitori di Elio per timore di essere giudicati. A causa di questo impedimento, i due vivono una relazione clandestina, amandosi in privato, ma scambiandosi sguardi fuggiaschi quando in pubblico, cercandosi tra la folla, studiandosi in silenzio, ma evitando il contatto per non destare sospetti.


Il titolo richiama un episodio della narrazione, quando Oliver invita Elio a chiamarlo col suo nome, scambiandosi così gli appellativi. Questo porta il lettore, o lo spettatore nel caso della pellicola, a capire che non bisogna temere di appartenere ad un’altra persona, nonostante le paure e i pregiudizi. Chiamandosi l’uno con il nome dell’altro, i due ragazzi si fondono idealmente in un’unica entità: non importa chi dei due sia chi, ma sono interscambiabili poiché entrambi custodi dei più profondi segreti dell’altro; poiché, seppur vivendo in due corpi distinti, le loro anime sono speculari se non addirittura congiunte.



Consiglio a tutti di immergersi in questa storia in quanto, a parer mio, può essere di grande impatto sui punti di vista del lettore, o eventualmente dello spettatore, circa l’amore in sé, ma sicuramente anche circa l’omosessualità. Se, eventualmente, ci si volesse immergere in questa storia, personalmente consiglierei la visione del film accompagnata alla lettura del libro, perché a mio avviso infatti la comprensione della pellicola non potrà essere completa e profonda senza conoscere i pensieri narrati all’interno del libro, esattamente come il film aggiunge ciò che indubbiamente al libro manca: la concretezza e la percezione dei sentimenti narrati, per mezzo di scene, luoghi e personaggi ben delineati. Perciò, invito tutti a lasciarsi immergere in questa storia d’amore meravigliosa e incredibilmente poetica, mettendo da parte i pregiudizi e dimenticando ciò che è convenzionalmente ritenuto normale e apprezzando questa semplice, seppur complessa, unione di anime simili.


E. Miglio


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