Didattica a distanza: soluzione di emergenza?
Nel 2020 una terribile pandemia, dovuta all’apparizione di un nuovo coronavirus chiamato SARS-CoV2 e la identificato per la prima volta a Wuhan nel dicembre 2019, costringe la popolazione mondiale a rinchiudersi in casa, data la sua alta contagiosità e la sua capacità di far collassare il sistema sanitario.
Molti cambiamenti si sono dovuti adottare per limitare il contagio: fra questi vi sono la quarantena, l’utilizzo delle mascherine, il distanziamento sociale e anche la chiusura delle scuole. La chiusura di qualsiasi istituto ha costretto le scuole a proseguire il programma tramite nuove modalità, come lezioni in videoconferenza. Questo metodo di insegnamento venne sottovalutato da quasi tutti, data la difficoltà degli insegnanti nello spiegare gli argomenti e le difficoltà nell'organizzazione delle lezioni. Nonostante tutto, però, la didattica a distanza (DaD) si è dimostrata fondamentale per gli studenti e, in particolare, per i maturandi.
Molte scuole non sono riuscite a programmare bene le lezioni, facendo circa 3 ore di lezione al giorno e, di conseguenza, hanno riscontrato difficoltà nello svolgimento delle attività in programma, ma molte altre, come per esempio il Liceo Internazionale per l’Impresa "Guido Carli", sono riuscite a trasmettere on-line l’intero programma scolastico, quasi come se la pandemia non avesse mai colpito il nostro paese.
La didattica a distanza vissuta nei panni di uno studente potrebbe sembrare semplice ma purtroppo non è così: infatti passare ben 6 ore al giorno davanti a uno schermo e, magari, anche altre ore aggiuntive per svolgere dei compiti è un’esperienza abbastanza pesante ma anche necessaria per l’istruzione dei giovani. Le lezioni sono riuscite ad essere interessanti ugualmente, anche se seguirle in classe è molto più semplice e bello che ascoltarle da uno schermo. Gli studenti si possono ritenere soddisfatti delle video lezioni, nonostante le complicazioni che si possono verificare, come cali di connessione, microfono e videocamera che non funzionano. Problematiche che certamente in classe sono rare.
G. Caldera
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