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Donne nell’arte: Yayoi Kusama

Performance di body painting, installazioni a forma di zucca e tanti, tanti pois: l’arte camaleontica e ipnotizzante di Yayoi Kusama rappresenta il passaggio dall’Espressionismo astratto allo Sperimentalismo d'avanguardia in un modo del tutto innovativo, abbracciando la corrente surrealista, il Minimalismo e la Land Art. Senza dubbio si tratta di un’artista unica nel suo genere, ma ciò che davvero la contraddistingue è il coraggio con cui ha dato corpo alla sua malattia mentale e ai traumi psicologici con cui convive sin dall’infanzia attraverso l’arte.

L’artista inizia fin da piccola a soffrire di allucinazioni visive e uditive, che la portano a percepire un’aura particolare intorno agli oggetti e a sentire gli animali parlare. Per gestire il suo problema si dedica all’arte, attraverso la quale dà vita alle sue allucinazioni, ma la sua famiglia non accetta la sua indole artistica, al punto da distruggere tutti i suoi dipinti prima che possa terminare: i genitori sono infatti parte dell’alta borghesia giapponese e hanno previsto per la figlia un ruolo totalmente diverso nella società. La ragazza, tuttavia, non sembra predisposta per la rigida educazione impostale dalla famiglia e per il ruolo di buona moglie e madre che il Giappone auspica per lei. Al contrario, vede nell’ostacolo dei genitori un nuovo spunto per le sue opere: i pois. Facili e veloci da disegnare, questi pallini colorati diventano il simbolo di Yayoi Kusama, che ha utilizzato in gran parte delle sue opere. I suoi pois hanno rivestito alberi, persone, sculture, ambienti; ma dietro a questi piccoli cerchi colorati c’è molto di più: l’intento della sua arte è quello di rappresentare la percezione di cosmo e di infinito, «misurare l'infinità dell’universo, dalla mia posizione in esso, attraverso i punti», come cita la stessa artista in un video presentato in occasione delle esposizioni Fireflies on the Water (2002) e Aftermath of Obliteration of Eternity (2009). Kusama materializza così i corpi celesti in piccoli cerchi, rappresentando la sua unica visione del mondo e dell’infinito, che smaschera la sua malattia: i pois sono disorientamento, smarrimento, inquietudine, ma proprio queste sensazioni sono diventate il suo punto di forza.



Yayoi Kusama, Infinity Mirror Rooms – Fireflies on the Water, 2002.


Yayoi Kusama, Infinity Mirror Room – Aftermath of Obliteration of Eternity, 2009.


Migliaia di puntini vengono anche usati dall’artista sulle sue più celebri installazioni: le zucche. Tra sculture, dipinti, infinity rooms, la zucca è sicuramente il soggetto più frequente nelle opere di Yayoi Kusama. L'ultima opera a tema creata dall'artista giapponese è un'enorme zucca gialla posizionata a Parigi, in occasione del FIAC Hors les Murs, con il titolo Life of the Pumpkin Recites, All About the Biggest Love for the People, la più grande mai realizzata durante la sua carriera. Yayoi Kusama è così legata all’immagine della zucca poiché la sua famiglia coltivava semi di piante a Matsumoto, nella prefettura di Natanom, e vedeva la zucca kabocha crescere nei campi che circondavano la sua casa d'infanzia. L’artista scrive nel suo libro Infinity Net: l'Autobiografia di Yayoi Kusama: «Sembra che le zucche non ispirino molto rispetto. Ma sono rimasta incantata dalla loro forma affascinante e accattivante. Ciò che mi ha attratto di più è stata la loro forma figurativa, quasi corporea. Questo, e il loro solido equilibrio spirituale».



Yayoi Kusama, Life of the Pumpkin Recites, All About the Biggest Love for the People, 2019.


S. Tortora


Bibliografia

E. Pulvirenti, Artelogia, 1ª ed., Bologna, Zanichelli, 2021.



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