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Writer's pictureRedazione di Carliweek

Echi dal passato (3)


«Flexit amans oculos»

«L’amante volse indietro gli occhi»

Ovidio, libro X Metamorfosi, mito di Orfeo ed Euridice: vv. 51-63, traduzione si G.F. Villa:

«Gli fu imposto il divieto di voltarsi a guardarla fintanto che non avesse superato le soglie dell’averno. Se avesse infranto questa condizione, la possibilità di portare in vita l’amante ci sarebbe vanificata. Si avviarono veloci due, in mezzo un impressionante silenzio, per un sentiero erto, faticoso, coperto dalle tenebre opache di una fitta nebbia. Ormai erano vicino al confine, già sul limitare della superficie terrestre. Ma qui l’amante, che l’amore rendeva timorosa di perderla e desiderosa di vederla, volse indietro gli occhi: ed ella fu subito risucchiata indietro. Tendeva l’infelice a lui le braccia, nello sforzo di afferrarlo e farsi afferrare a sua volta, ma non riuscì a stringere altro che l’aria inconsistente. Moriva così per la seconda volta, ma non emise alcun rimprovero (e di cosa avrebbe dovuto lamentarsi se non di essere amata?). Pronunciò solo un ultimo “Vale”, un addio flebile che a stento poteva sfiorare le orecchie di lui, e ripiombò donde era venuta.»

Ovidio, il poeta elegiaco per eccellenza del mondo latino, prosegue il racconto, riportando che Orfeo, stremato dal dolore, non si mosse dall’ingresso dell’Ade per altri sette giorni: non mangiava, non beveva, piangeva soltanto. Pregò gli dei di dargli un’altra possibilità, senza ricevere che silenzio: così, maledì le stesse divinità per il loro silenzio. Orfeo era certo che non avrebbe più amato nessuna donna in vita sua.

Virgilio ci racconta che, per questo, l’uomo fu decapitato dalle Baccanti, precedentemente rifiutate. Ovidio, al contrario, sceglie un movente più classico: al dettaglio del rifiuto aggiunge la variante dell’inaugurazione della pratica dell’omoerotismo tra i loro mariti. La decapitazione finale di Orfeo avviene nel libro Xi delle Metamorfosi: per quanto violenta, lascia una dolce risoluzione alla storia.

«L’anima del poeta scese sotto terra e riconobbe tutti quei luoghi che aveva visitato tempo prima. Andò a cercare Euridice nei campi destinati alle anime pie, e lì la trovò e l’abbraccio con forza. In quel luogo vagano oggi l’uno accanto all’altra: talora Orfeo la segue, talora la precede e si gira a guardarla, senza più alcun timore.» (vv. 63-66)

I.Consolini


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