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Writer's pictureRedazione di Carliweek

Gli adolescenti e la musica

Durante l’adolescenza è un’impresa davvero ardua trovare una persona con la quale confidarsi, sfogarsi e con la quale passare momenti felici e spensierati. In realtà, in questi situazioni c’è qualcuno, o per meglio dire qualcosa, che ci aiuta: la musica. Eh sì, la musica è sempre con noi, ci tiene compagnia nei momenti di solitudine e ci aiuta ad affrontare la giornata con un sorriso e un motivo ricorrente nella mente.


Essere adolescenti vuol dire passare inevitabilmente attraverso una fase ricca di emozioni. La musica viene in aiuto principalmente in questo periodo, perché è proprio grazie a lei che spesso ci sentiamo capiti e sostenuti. Condividere inoltre dei gusti musicali specifici con altri ragazzi fa sentire parte di un gruppo e addirittura si può creare una sorta di connessione con coloro che ascoltano le nostre canzoni preferite.


La musica riesce a esprimere i sentimenti più profondi e nascosti che riteniamo impossibili da condividere e che magari nemmeno noi riusciamo bene a identificare. Così rimane uno dei primi metodi che utilizziamo per esprimerci senza bisogno di esporci troppo. La musica nel corso della storia ha anche permesso ai giovani di attuare delle rivolte pacifiche, che rappresentassero il disappunto verso una società che non lasciava loro spazio di espressione. Spesso si crea un vero e proprio legame tra un ragazzo e il suo idolo musicale; questo può portare a un imitazione degli ideali descritti nelle canzoni che danno speranze e sicurezze. Purtroppo questa imitazione può anche influire negativamente, portando un adolescente ad allontanarsi dai contesti sociali o a seguire alcuni testi che non rappresentano la miglior soluzione a problemi della vita.


Nel primo grafico possiamo notare quali sono i generi musicali più ascoltati in Italia nel 2022, mentre nel secondo notiamo quali sono gli artisti maggiormente ascoltati e con maggiore fama nel territorio Italiano.

La musica, spesso, è anche un metodo utilizzato per isolarsi dall’esterno: è come avere un momento per se stessi, in cui non conta il giudizio degli altri, ci siamo solo noi e una miriade di pensieri che possono tranquillamente vagare per la nostra mente senza essere considerati fuori luogo o inappropriati. La musica può provocare forti emozioni, ma queste dipendono sempre dalla soggettività di una persona. Un brano classico può essere considerato sia noioso sia rilassante, una canzone trap può essere ritenuta come un mezzo tramite il quale sfogarsi, ma anche come inappropriata. Questa attitudine al giudizio verso un determinato tipo di musica è spesso dovuta al contesto sociale in cui si vive. La musica può inoltre riportarci a dei ricordi, anche conservati solo nel nostro inconscio e riuscire a trasportare nella nostra mente anche dei traumi ormai rimossi. Proprio a questo proposito potremmo citare la musicoterapia, che sfrutta la capacità di stimolare la nostra emotività.


I rave party: un argomento di attualità

Nella notte del 30 ottobre 2022, a Modena, circa 3 500 giovani hanno preso parte in occasione di Halloween al rave party techno, del quale si è sentito parlare molto in televisione. Quattordici gli organizzatori denunciati e cento i pezzi del sistema audio sequestrati, il cui valore stimato è di 150mila euro. Il rave Witchtek è iniziato il sabato sera in un capannone abbandonato, occupato abusivamente, definito poi «pericolante, insicuro e per questo sotto sequestro» da un funzionario delle forze dell’ordine. I ragazzi provenivano da tutta Italia, ma anche da Spagna, Francia e Germania, dove, come poi hanno ammesso davanti alle telecamere, i rave party sono vietati. All’interno del capannone si vendeva droga, tra cui hashish, cocaina ed ecstasy. Da una ragazza che vi ha preso parte è stato definito uno «Stato a tutti gli effetti», poiché ognuno aveva il proprio compito: chi cucinava, chi gestiva la musica, chi allestiva bancarelle di artigianato. Sarebbe dovuto durare quattro giorni, ma la domenica mattina il prefetto di Modena ha interrotto il rave abusivo. I partecipanti hanno abbandonato la struttura in maniera pacifica.


Ma cosa sono i rave party? Si tratta di una una festa di cui data e luogo vengono fissati da una cosiddetta crew, un gruppo di persone tra cui tutti i DJ che si occuperanno della musica. Le informazioni vengono spesso annunciate con poco anticipo, in modo che non possano essere intercettate dalle forze dell’ordine. Venivano inizialmente pubblicizzati tramite passaparola, invece oggi vengono utilizzati soprattutto Telegram e, più raramente, Facebook. Spesso si definiscono anche free party poiché sono appunto liberi e gratuiti, aperti quindi a tutti. Le droghe sono sempre state un elemento importante per i rave party e per alcuni ragazzi, l’unico motivo per il quale partecipare. D’altro canto, la loro stessa esistenza è dovuta agli stupefacenti. I rave nacquero, infatti, in Inghilterra a fine anni Ottanta, quando cominciò a diffondersi l’MDMA, più nota come ecstasy. Questa sostanza dà energia per ballare tutta la notte sui ritmi ossessivi della musica techno. Nonostante l’intervento delle forze dell’ordine, il costante svolgersi di free party mette in luce come alcuni giovani non sono riusciti a trovare un’alternativa manifestando il loro bisogno di crearsi spazi vitali, tramite i rave, nei quali possono esprimersi liberamente e sentirsi capiti in una società che spesso e volentieri li esclude.


Il capannone dove si è svolto il rave.

Quindi, non sempre tutto ciò che riguarda la musica è positivo e sicuro, soprattutto quando le attività collegate non sono ben gestite. La musica può essere negli adolescenti certamente un mezzo per sentirsi compresi, ma allo stesso tempo può stimolare comportamenti aggressivi, sia nei confronti degli altri che nei confronti di noi stessi. Ecco perché dovremmo sempre porre una particolare attenzione a ciò che ascoltiamo e il modo con cui poi elaboriamo i contenuti.


Grazie ai grafici, inoltre, possiamo notare che gli adolescenti non sempre condividono gli stessi gusti musicali, perché le nostre scelte, anche sul piano artistico, sono il risultato di una rielaborazione personale. Non esistono generi musicali migliori o peggiori, esistono solo persone con diverse preferenze, influenzate dal contesto sociale in cui si trovano e da altri elementi, come per esempio le esperienze passate, che possono indirizzare verso un certo genere musicale.


La musica, comunque, è sempre stata e sempre sarà un linguaggio universale che unisce le persone.


A. Boifava, E. Miglio, I. Shmili, G. Vermi


Bibliografia

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