Il Made in Italy
«Il Made in Italy non è solo una certificazione: è un attestato di qualità», così ha detto Cinzia Rocca, nota stilista e imprenditrice davanti ai ragazzi del Liceo “Guido Carli” di Brescia. Ha aggiunto che il Made in Italy è unico al mondo e nessun’altra provenienza è in grado di avere il medesimo impatto, nonostante l’ormai sempre più presente globalizzazione.
Questo è così evidente da far risultare il Made in Italy più un brand, come se fosse la marca del prodotto che stiamo acquistando: ci ispira fiducia, tracciabilità, cura.
All'estero l’Italia e i suoi artigiani, imprenditori e artisti sono noti proprio per queste qualità, che permeano ogni nostra esportazione da sempre. In nessun altro luogo infatti funzionalità tecnologicamente avanzate incontrano un design innovativo e meritevole addirittura di premi come in Italia, aspetto sottolineato anche da Gianpiero Giuliano, export manager di UNIVET, operante nel settore dell’ottica, e fondatore di Piero Dry Gin. La stessa UNIVET ha ricevuto dei riconoscimenti per i propri sistemi ottici per il lavoro grazie ai loro sforzi nel rendere questi strumenti veri oggetti di design.
Il Made in Italy è tanto importante che succede spesso che aziende estere tentino di mimetizzare i propri prodotti, facendoli sembrare più “italiani”. Il processo è favorito dalla frequente poca attenzione dei consumatori che, citando un caso eclatante, categorizzano tutto ciò che assomiglia a un formaggio nostrano, come l’amatissimo “Parmesan”. E se questo non bastasse per sottolineare la crucialità della provenienza italiana, si può ricordare che sono moltissime le aziende estere che hanno trasferito parte della loro produzione in Italia per potersi vantare dell’attestato in questione. Ne sono un esempio le decine di aziende operanti nel settore dell’abbigliamento pratesi gestite da imprenditori cinesi.
Ciò è ancora più stupefacente se si pensa all'altissimo costo della manodopera, dell’energia e alla tassazione italiana, non certo esigua rispetto a tanti altri paesi. Si pensi a quanto spesso sentiamo di aziende che scelgono di delocalizzare la loro produzione all'estero. Eppure, il Made in Italy non pare vacillare. Questo è possibile, come ci spiega ancora una volta Cinzia Rocca, perché le produzioni che vengono avviate in Italia tendono a essere di lusso, o comunque di alta gamma, con una produzione che appare molto limitata a confronto in particolare delle quantità ampissime tipiche di produzioni a basso costo. L’imprenditrice puntualizza che un’azienda con un strategia di iper-produzione in Italia non sarà in grado di sopravvivere, vedendosi schiacciata dall'aggressiva concorrenza estera, e che solo aziende che valorizzano le qualità tipiche italiane potranno beneficiare del Made in Italy, andando a sopperire ai costi di produzione decisamente elevati.
Il maggiore punto di forza del Made in Italy è indubbiamente la qualità. Nella Penisola la specializzazione è nata molto presto in confronto al resto d’Europa e, soprattutto, è rimasta tale. Il prodotto Italiano per eccellenza fonde le antiche arti artigiane con le più moderne innovazioni del 21esimo secolo, unendo passato e presente. Tuttavia, schiava di questa irremovibile tradizione di lavoro, l’economia Italiana stenta a crescere, in particolare, in un aspetto molto importante della produzione: la produttività del lavoro. La quantità di beni prodotti in un’ora da un lavoratore aumenta a ritmi bassissimi e in tutto il mondo ci hanno ampiamente superato. I metodi tradizionali limitano l’innovazione e l’utilizzo di materiali moderni, mantenendo le medesime lavorazioni a distanza di decenni. Un prezzo che costa caro alla ricchezza del nostro paese ma che, comunque, ha scelto di mantenere la qualità al primo posto.
E’ un esempio l’azienda automobilistica Jeep del gruppo FCA, che nel proprio ultimo annuncio pubblicitario, elogia la grandissima resilienza degli italiani, annunciando che per questa ragione hanno deciso di produrre le loro automobili su territorio nazionale. Un altro esempio molto famoso sono le innumerevoli case di alta moda che esportano capi per miliardi di euro ogni anno, rinomate per la loro altissima qualità.
F. Dalla Bona
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