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L’arte del doppiaggio

Cosa migliora nel guardare un film in lingua originale rispetto al guardarlo doppiato?

Nella pellicola originale possiamo meglio notare particolari come le intenzioni e il tono dell’attore, oltre a piccole sfumature linguistiche che potrebbero essere state inserite, e che con il doppiaggio andrebbero perse. Ma, quindi, perché guardiamo ancora i film doppiati?

Innanzitutto perché è probabile che non si conosca la lingua originale e il doppiaggio offre un fattore di comodità che può far concentrare gli occhi dello spettatore sulla scena e non sui sottotitoli; ma, allo stesso tempo, anche per esprimere un’altra arte spesso dimenticata e della quale si conosce davvero poco.


Come funziona il doppiaggio?

Potremmo esserci chiesti come è possibile separare i suoni ambientali da una voce in una determinata scena, in modo da sostituire l’ultima con un’altra differente. Semplicemente i suoni e le parole vengono sempre registrati in due colonne audio differenti, che verranno poi ricostruite per raggiungere il risultato definitivo.

La prima fase del doppiaggio è l’adattamento, nel quale gli addetti dovranno tradurre le battute del film, restando fedeli al materiale fornito e ricordandosi di scegliere parole che abbiano una somiglianza fonetica con quelle originali, per associarle con il labiale e fare in modo che non risulti una spiacevole dissonanza tra la voce e il movimento del volto. Per questo si cerca di utilizzare trucchi come lettere che prevedono un’apertura simile della bocca, come per esempio la “E” e la “I”, oppure la “M”, la “B” e la “P”, che prevedono una chiusura simile del palato.

La seconda fase, invece, è il doppiaggio vero e proprio, in cui i doppiatori recitano l’adattamento in dizione, che può essere definita la lingua originale e corretta, senza reflussi dai vari dialetti o terminologie tradizionali specifiche.


Qual’è il ruolo del doppiatore?

Solitamente i doppiatori vengono convocati in turni di circa tre ore, nei quali doppieranno un «anello» di film, che corrisponde a una determinata sequenza di scene che prevede l’interazione tra alcuni personaggi. Nonostante ciò, raramente i doppiatori si incontreranno in sala di doppiaggio. Può capitare che le voci di due personaggi che collaborano per tutto il film non si siano mai viste in faccia. Gli apprendisti che desiderano intraprendere questo mestiere, hanno tra le poche opzioni per inserirsi in questo mondo di andare ad assistere alle convocazioni dei professionisti, allo stesso tempo imparando e sperando che serva un “brusìo”. Per brusìo si intende un’interazione con una comparsa come può essere una cameriera, in quel caso, invece di ricercare una voce professionale, si chiamerà una ragazza che interpreterà quel ruolo, e se le sue performance saranno apprezzate, ci saranno per lei possibilità di essere convocata nuovamente in futuro, dando inizio alla sua carriera come doppiatrice.

Il pagamento è organizzato in due momenti, quando il prescelto si presenterà dopo la convocazione, gli verrà assegnato un gettone di presenza, che corrisponde a una determinata cifra, che verrà poi sommata a una somma corrispondente a ogni linea di testo.


Com’è la vita di un doppiatore?

Descritto in questo modo il ruolo del doppiatore può sembrare semplice, ma la verità è che dietro questo lavoro c’è spesso un’attenzione maniacale a ogni singolo dettaglio. Un professionista dovrà ovviamente aver studiato presso una scuola di doppiaggio, oltre al saper utilizzare perfettamente una respirazione diaframmale, e prestare massima attenzione alla dizione, eliminando ogni imperfezione e musicalità del suo linguaggio. Naturalmente un buon doppiatore deve saper ricreare più di una voce diversa, altrimenti non farà strada, comprendendo anche la capacità di ricreare tutti i respiri e suoni in quella versione del personaggio. Se per esempio un professionista deve recitare il ruolo di un uomo nell’atto di morire, dovrà adattare la voce anche a quel momento, comprendendo tutti i gemiti, i lamenti e le urla derivati dal dolore del morente.

Per un buon doppiatore, problemi come mal di gola, la perdita della voce o complicanze fisiche non possono esistere, perché il loro lavoro prevede che la loro voce sia in perfette condizioni; è addirittura fortemente sconsigliato mangiare determinati alimenti come il cioccolato prima di performare, per evitare l’impastamento della bocca. Per un professionista del settore è inoltre praticamente obbligatorio abitare nelle città più importanti, nel caso italiano Milano e Roma, perché è lì che si trovano gli unici studi professionali di doppiaggio.


Il doppiaggio è sicuramente un’arte sottovalutata e dimenticata, il doppiatore fa un lavoro complesso e che non verrà mai acclamato e riconosciuto come quello dell’attore o di un’altra figura, ma grazie alla loro voce permette a tante persone di godersi opere in una versione che può essere definita migliore o peggiore, ma che in ogni caso detiene il proprio valore. Voglio finire questo articolo con una domanda, preferite guardare opere in lingua originale o doppiate? E per quale motivo? A presto!


A. Pasini

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