L'assedio di Baku
Risale alla settimana scorsa la notizia di scontri alla frontiera fra i due stati, che potrebbero portare alla destabilizzazione dell'area caucasica e a una crisi diplomatica, se non a scontri armati, tra la Russia, da sempre protettrice dell'Armenia, e la Turchia, che considera l'Azerbaigian un paese fratello. Questi scontri si sono protratti dalla Prima guerra mondiale sino ad oggi, passando attraverso il genocidio armeno.
Si è appena spenta l'eco della seconda guerra del Nagorno-Karabak¹, enclave armena nell'Azerbaigian, nella quale tutti i territori di fatto annessi all'Armenia sono stati riconquistati. Ankara non ha lesinato aiuti militari ai fratelli caucasici ed Erdogan, presente come ospite d'onore alla Parata della Vittoria il 10 dicembre 2020, ha addirittura invocato l'eredità spirituale di Enver Pasha.²
Le ragioni del conflitto fra azeri e armeni sono principalmente etniche e religiose: gli azeri sono musulmani e aderiscono al concetto di panturanismo³, pur rimanendo indipendenti da Ankara; gli armeni, cristiani, hanno sempre chiesto aiuto ai russi a causa dell'odio etnico scatenato contro di loro sin dai tempi dell'impero ottomano. I moderni scontri tra i due popoli hanno comunque una riconosciuta partenza dalla caduta dell'Impero zarista nel secolo scorso, col vuoto di potere riscontratosi nel Caucaso dopo la pace separata di Brest-Litovsk⁴.
In un primo momento si tentò di creare un governo provvisorio russo della Transcaucasica, che riunisse georgiani, azeri e armeni, ma questa forma di governo unitario fallì, dando spazio a nuove federazioni, repubbliche sovietiche e/o democratiche nazionali. La fazione azera tentò di costituire un fronte unito contrario ai bolscevichi ,che consideravano come altri colonialisti russi. Questi ultimi, guidati da Stepan Shaumian, armeno, il «Lenin del Caucaso», avevano già il controllo di Baku, la città più ricca e grande nel cuore dell'Azerbaigian. Gli armeni volevano difendere contro i turchi i loro antichi territori di Erzurum e Trebisonda e finirono quindi nelle braccia dell'Armata Rossa.
La situazione nel Caucaso, fino ai confini del Caspio, si fece esplosiva e le potenze straniere, Germania e Inghilterra, sostenevano a loro volta, rispettivamente, gli ottomani e gli armeni, e sottotraccia, con schermaglie spionistiche sofisticate, facevano pervenire aiuti alle due distinte etnie, indipendentemente dalle fazioni politiche che di volta in volta si avvicendavano. Se gli azeri erano alleati degli ottomani in funzione antibolscevica, nella città di Baku gli inglesi si trovarono a sostenere dapprima i bolscevichi e quindi i dittatori della dittatura Transcaspiana, che aveva sconfitto i sovietici con un colpo di stato interno.
La battaglia e l'assedio di Baku durarono all'incirca dall'agosto al settembre 1918. Nuri Pasha, fratello di Enver, fronteggiava l'esercito di Baku, formato da circa 5000 armeni, e la compagnia dei soldati britannici del generale Dunsterville. L'Esercito Islamico del Caucaso lanciò l'attacco alla città a fine agosto, bombardandola pesantemente e tagliandola fuori dalle comunicazioni ferroviarie: l'unica via di fuga rimasta era attraverso il mare, verso le coste caspiane iraniane.
Le atrocità fra le due parti non si contano: se nel marzo del 1918 i sovietici sterminarono più di 12000 azerbaigiani, con massacri su tutto il territorio, l'entrata delle truppe azere a Baku causò lo sterminio di tutta la popolazione non musulmana, che si affollava verso il porto per tentare la fuga: le vittime armene furono circa trentamila e moltissimi vennero deportati.
Nel 2018 cadeva la commemorazione del centenario della liberazione di Baku dalle forze armene e bolsceviche e alla parata assisté anche il presidente Erdogan. La Repubblica Democratica dell'Azerbaigian, rafforzatasi dopo la presa di Baku e sostenuta dall'Impero ottomano, continuò l'offensiva contro gli armeni nella prima guerra azero-armena che si giocò anzitutto nei territori ancora contesi del Nagorno-Karabak, dove la popolazione ambisce a fare parte dell'Armenia, come enclave all'interno del territorio azero. Verso la fine del secolo scorso una nuova rivolta del Nagorno-Karabak iniziò immediatamente dopo il crollo dell'Unione Sovietica fino al cessate il fuoco del 1994, con la creazione di un territorio di fatto dipendente dall'Armenia.
La tregua del 2020 è cessata la settimana scorsa, durante la quale entrambe le parti, azera e armena, hanno lamentato incursioni ed incidenti oltre confine e anche l'utilizzo di gas contro civili inermi. Resta da capire come l'ideologia panturanica di Erdogan possa avvantaggiarsi di questo momento, in cui la Russia è totalmente isolata dal punto di vista diplomatico. Speriamo non spirino nuovi venti di guerra a due passi dall'Europa.
G. Bracconi
Note
¹ Da settembre a novembre 2020, conclusasi con la vittoria azera e la firma del Protocollo d'intesa, che prevede la formazione di un comando russo-turco per il monitoraggio del cessate il fuoco.
² Enver Pasha, prima di diventare capo di stato grazie all'insurrezione dei Giovani Turchi e creare così un triumvirato autoritario coi suoi familiari Mehmet Talat Pasha e Ahmed Cemal Pasha era generale dell'Impero ottomano, che combatté contro gli italiani nella guerra italo- turca (1911-12) mettendo questi ultimi in grave difficoltà.
³ Movimento culturale sviluppatosi a inizio Novecento, mirante a valorizzare la solidarietà politica tra le diverse popolazioni di lingua turca appartenente alla famiglia delle lingue uralo-altaiche, movimento che fa da precedente intellettuale all'ideologia nazionalista panturchista dei Giovani Turchi.
⁴ Trattato di pace stipulato tra la Russia bolscevica e gli Imperi Centrali del marzo 1918, che fece ufficialmente uscire la Russia dalla Prima guerra mondiale.
Bibliografia
P. Hopkirk, Servizi segreti a oriente di Costantinopoli, Settecolori, 2022.
H. Pratt, La casa dorata di Samarcanda, Rizzoli, 1986.
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