La mobilità del futuro
Siamo la generazione del futuro: ma da dove dobbiamo cominciare per migliorarlo? Non si sa con precisione, ma un buon punto di partenza è sicuramente la mobilità sostenibile. Sappiamo, infatti, che esistono diverse tipologie di veicoli, ma quali sono le più convenienti per noi e le più sostenibili per l’ambiente?
Il mondo sta ripartendo
Circa un anno fa il mercato automobilistico era profondamente convinto che stesse per sorgere l’alba di un nuovo mondo, con la progressiva scomparsa delle automobili con il motore a combustione e il successivo arrivo di una “nuova specie”, più intelligente e più capace di rispettare l’ambiente, l’auto elettrica. Le Case automobilistiche disegnavano, con l’aiuto di architetti e urbanisti, una riqualificazione delle città, pronte ad accogliere stazioni di ricarica per nuovi modelli di auto elettriche o ibride plug-in e innovativi sistemi di car sharing e mobilità verde. Il 2020 sarebbe potuto essere l’anno della svolta, ma è andata diversamente: il lockdown ha bloccato la produzione per due mesi e i lanci sul mercato dei modelli che avrebbero dovuto debuttare all’inizio dell’anno sono stati “congelati” per mesi.
Sembrava di essere passati dall’inizio di una nuova era a un disastro totale, ma poi non si è rivelato tale. Dal mese di giugno, le aziende hanno ripreso in mano i piani di sviluppo, dichiarando che la via verso l’elettrico aveva subìto soltanto una battuta d’arresto.
Tre ostacoli
In Italia registriamo un forte scetticismo verso il passaggio all’auto “con la spina”, anche se, in fondo, ci siamo abituati a ricaricare molti altri oggetti (dal computer allo smartphone). Cosa frena il passaggio all’auto elettrica?
Ci sono sostanzialmente tre motivi.
Il primo è il radicale cambiamento degli “schemi mentali”: l’auto elettrica richiede programmazione degli spostamenti, pazienza durante i rifornimenti e pianificazione degli itinerari, affidandosi a software che gestiscono le prestazioni sulla base della lunghezza del tragitto e della presenza dei punti di ricarica.
In secondo luogo, lo sviluppo della rete di carica è ancora insufficiente: le nuove vetture hanno batterie sempre più capaci e necessitano di tempi di ricarica mediamente lunghi, che possono essere abbreviati dalle colonnine fast charge. Per avere un’autonomia di 900 km in pochi minuti si fa il pieno a un turbodiesel, ma per quanto riguarda l’auto elettrica anche mezz’ora può non bastare. Gli ibridi plug-in, invece, hanno un sistema di motori termici ed elettrici che funzionano contemporaneamente per ridurre le emissioni, sarebbero infatti la soluzione più ecologica, ma hanno un prezzo più alto.
E qui arriviamo al terzo punto: gli incentivi regionali e statali non sono sufficienti per attuare questo cambiamento. Una vettura elettrica (o elettrificata) è più costosa di una analoga vettura a carburante, comunque meno inquinante rispetto a qualche anno fa.
Tecnologia
Secondo Transport & Environment, organizzazione ambientalista molto attiva in ambito europeo, per arrivare a essere carbon neutral nel 2050, l’Europa dovrà avere sulle strade 44 milioni di veicoli elettrici già nel 2030. E, per fare in modo che questi possano ricaricarsi in luoghi pubblici, occorrono circa 3 milioni di stazioni di ricarica (oggi ne abbiamo solo 185.000). Esistono due tipologie di ricarica delle auto elettriche: ricarica lenta (in corrente alternata) e ricarica veloce (in corrente continua). La prima è destinata ai posti auto i cui si aspettano soste prolungate come nei box privati durante la sosta notturna di 8-10 ore, la seconda a cinema, ristoranti, centri commerciali e sportivi dove la sosta è di 1-3 ore. Le stazioni di ricarica veloce sono molto più potenti e partono generalmente da 50 kW fino ad arrivare a 350 kW, permettendo la ricarica in tempi brevi a seconda della potenza. La diffusione delle stazioni di ricarica e la riduzione del tempo di ricarica dei veicoli ha sulle spalle consistenti investimenti tecnologici, che spesso non hanno ritorni a breve termine.
Infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici (>11kW)
Obiettivo: smart society
Lo sviluppo del settore della mobilità elettrica può essere una leva per l’economia italiana, trascinando con sé molti settori complementari. Prioritario sarà uno sforzo tecnologico comune perché le nostre città diventino smart society. La città deve cambiare ma anche le persone devono mutare il loro stile di vita per adeguarsi alle nuove esigenze, come sarà appunto con la mobilità elettrica.
Formula E
C’è una nuova competizione che sta prendendo sempre più piede nel panorama degli eventi FIA: la Formula E, variante della Formula 1, ma rigorosamente elettrica. I punti in comune restano il telaio, le ruote e il modo con cui vengono assegnati i punti, ma sono presenti alcune differenze.
Il motore
Nella Formula 1 i motori sono alimentati dalla benzina: il rombo di scarichi e cilindri è probabilmente il segno distintivo di questa competizione. In Formula E si dà spazio a unità elettriche, non performanti come quelle della F1, ma comunque in grado di superare agevolmente i 200 Km/h.
Trasmissione
Nel Campionato di F1 tutti i team utilizzano lo stesso cambio: 8 marce e “retro”; mentre i piloti a “zero emissioni” hanno più libertà di manovra. C’è chi sceglie un cambio con un numero di rapporti pari a 5, ad esempio.
Periodi diversi
Anche le date delle singole gare si differenzia. La F1 viaggia tutta nello stesso anno solare (si inizia a marzo e si conclude a novembre).
La Formula E ricorda invece il Campionato di calcio: si inizia alla fine di un anno per terminare nell’estate del successivo.
Basta un giorno
In Formula 1 si parla di “weekend di gara”. Questo perché si inizia con le prove libere il venerdì (solo per Monaco si anticipa addirittura a giovedì) e si passa alle qualifiche del sabato per concludere il fine settimana con la gara della domenica. In Formula E si concentra invece tutto in una singola giornata: la domenica. La mattina ci sono le prove libere, al pranzo le qualifiche e il pomeriggio la gara vera e propria.
Lunghezza del percorso
La Formula 1 si disputa su circuiti permanenti (tranne Montecarlo che è cittadino). Un GP deve raggiungere almeno i 300 Km di percorrenza con una durata che viaggia tra l’ora e venti e il massimo delle due ore.
I piloti di Formula E, invece, trascorrono in auto circa un’ora. Pur comunque percorrendo un gran numero di giri. Questo perché i tracciati cittadini su cui corrono le vetture di Formula E sono decisamente più brevi di quelli di F1: la lunghezza dei tracciati è circa 2 km (in alcuni casi quasi 3).
[immagine: FORMULA E]
Problema smaltimento
Ogni anno, in Italia, il Consorzio riciclo oli esausti smaltisce circa 180.000 tonnellate di lubrificanti per i motori a combustione interna 800.000 di tonnellate di batterie per auto eliminate ogni anno, oltre a 5.000 tonnellate di filtri per olio. Oltre a candele, cinghie, filtri dell’aria e tutto il materiale di consumo che è necessario sostituire periodicamente in un motore a combustibile.
Allo stesso modo, però, si dovranno trovare soluzioni analoghe per le batterie al litio a fine vita delle auto elettriche. Già alcuni costruttori, come Nissan, recuperano quelle non più efficaci per le vetture, ma ancora con una capacità di circa il 40%, trasformandole in batterie per le abitazioni, o riutilizzandole come accomulatori per tutti coloro che hanno installato sistemi di produzione eolica o solare nell’abitazione (specie nei Paesi del Nord Europa). Così l’energia prodotta dal vento e dal Sole viene immagazzinata e poi utilizzata per le utenze casalinghe. È evidente che se si vuole eliminare l’inquinamento atmosferico e acustico dalle città altre soluzioni non esistono, a meno che non ci si possa spostare con mezzi pubblici elettrici, a piedi o in bicicletta.
Top 10
Fonti: Focus n° 337 - Speciale auto elettriche e ibride, novembre 2020
A. Bugatti
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