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Writer's pictureAlessia Mihaiu

La scuola nel tempo

Tra gli anni cinquanta e gli anni settanta tutto ciò che accadeva all’interno della classe dipendeva dal potere assoluto dell’insegnante, figura incontestabile e autoritaria. La replica da parte delle famiglie era impossibile e spesso i genitori davano ragione all’insegnante al quale bisognava unicamente obbedire. Il docente, inoltre, era autorizzato e addirittura incoraggiato a utilizzare punizioni anche corporali. Per questi motivi il rapporto tra insegnanti e alunni era freddo e distaccato, basato principalmente sulla paura, visto che gli studenti potevano “finire in ginocchio su ceci” oppure ricevere colpi di righello non appena il docente rileva un errore nel comportamento o una risposta sbagliata.


Tra gli anni settanta e gli anni ottanta vi furono delle riforme che portarono a diversi cambiamenti nei regolamenti rigidi degli istituti. Prima di tutto furono eliminate le punizioni corporali facendo sì che i bambini non fossero terrorizzati dall’insegnante. Anche i genitori cominciarono ad acquisire un ruolo più importante all’interno della scuola permettendo alle famiglie di comprendere al meglio i propri figli e ciò che accadeva in classe. In quegli anni furono istituiti i consigli e i rappresentanti di classe. Di conseguenza gli insegnanti persero parte del loro “potere”, tanto che si arrivò a un vero e proprio scambio di ruoli. Infatti a partire dagli anni Ottanta si inizia a sentir parlare di genitori che criticano gli insegnanti e prendono le difese del figlio.


Questa situazione si è protratta fino a oggi, cambiando completamente il ruolo del docente.

Oltre l’ordine e la puntualità, un problema sempre più evidente è la mancanza di rispetto da parte degli alunni nei confronti dei docenti. I giovani attualmente non rispettano le regole, spesso senza subire conseguenze, sentendosi quindi autorizzati a prendersi “gioco dei docenti”. I casi di aggressioni nei confronti dei docenti da parte di alunni e genitori sono sempre in aumento, soprattutto nelle scuole professionali. È quindi necessario che la scuola odierna trovi un modo per educare gli alunni al rispetto senza l’utilizzo della violenza.


Come saranno quindi le scuole del futuro?

Nelle scuole del futuro l’attività didattica dell’insegnante non sarà più frontale, come lo è stato per oltre un secolo. Sarà più interattiva e coinvolgente, focalizzata sul singolo studente considerando gli interessi, le capacità, la creatività e le necessità, stimolando la sua curiosità e incentivando ad applicare le proprie conoscenze nella risoluzione di problemi. Ovviamente alla base dell’istruzione vi sarà la tecnologia in grado di adattarsi alle diverse necessità di ogni studente. Per di più, già dal 2020 si è affermata in diversi paesi una nuova forma didattica che comporta l’utilizzo di robot umanoidi, Nao e Pepper, programmati per l’utilizzo nell’ambito scolastico a partire dalle scuole elementari fino all’università.


A. Mihaiu


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