top of page
Writer's pictureRedazione di Carliweek

La vecchia scuola

Quante volte durante i pranzi con le nostre famiglie, ci siamo fermati ad ascoltare gli affascinanti discorsi dei nostri nonni? Per chi ha avuto la fortuna di conoscerli, i nonni sono un'inesauribile fonte di saggezza, grazie all'esperienza che la loro età garantisce. Loro parlano sempre del passato come qualcosa di grandioso e inavvicinabile, come qualcosa che è stato e che non sarà mai più. Ricordano il passato definendolo migliore del presente, palesano la nostalgia che hanno di quella giovinezza ormai appassita da tempo, una primavera di bellezza ormai totalmente sfiorita. Rimpiangono soprattutto il fatto di non aver saputo sfruttare al meglio quegli attimi, non rendendosi conto in quel momento quanto fossero unici e preziosi.

Ho voluto fare questo breve excursus per spiegare al meglio cosa significhi per me la scuola al tempo del Coronavirus. Non ho voluto usare aggettivi proporzionati alle emozioni che provo, tanto meno descrizioni dettagliate, se non addirittura elencate. Ho deciso invece di utilizzare un'esperienza che - pressoché tutti - abbiamo vissuto, così che sia facile suscitare quelle emozioni che sono le stesse che vedo riflesse nell'attuale condizione in cui versiamo.


La scuola mi manca. Forse è la frase che meno ci si aspetta da uno studente, ma è esattamente ciò che sento, la scuola mi manca. Mi manca salire sul treno ogni mattina alle 6.45, mi manca l'odore di immondizia e sigarette scesi alla stazione, lo sguardo dei soldati di guardia, l'ambiente angusto della metropolitana colma di studenti. Mi manca il controllore che arriva quando meno te l'aspetti, le lezioni, la classe, gli amici, l'intervallo, i professori. Insomma, mi manca tutto ciò che la scuola rappresentava per me, un ambiente che mi garantiva di apprendere attraverso un pressoché totale confronto con gli altri, professori e studenti.

Eccola trovata la cosa che rende la scuola insostituibile, "gli altri". Ma chi sono questi altri?

Sono innanzitutto i professori, quindi una figura gerarchicamente superiore a noi, coloro che condividono la loro conoscenza per garantirci di apprendere gradualmente. Condividere è sempre una cosa bella, e c'è davvero tanto di nobile nel lavoro di un insegnante. Poi ci sono i compagni di classe, che essendo nostri pari, permettono un confronto spregiudicato - nel senso buono del termine - per placare i tanti timori e dubbi dell'adolescenza, condividendo esperienze e creando amicizie. è questo che mi è stato rubato, da un nemico così vile che non ha nemmeno il coraggio di farsi vedere.

Un nemico piccolo, molecolare come il male che porta. Il Coronavirus è un problema, ma la natura di un problema è di avere sempre una soluzione. Noi abbiamo risposto alla pandemia con la nostra forza: ci siamo organizzati, uniti e, anche se eravamo confinati distanti l'uno dall'altro, eravamo comunque vicini, uniti da un'inestinguibile forza reattiva.


U. Sandrinelli


48 views0 comments

Comments


bottom of page