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Lasciamoci accadere

Writer's picture: Emma MiglioEmma Miglio
«Sono geloso di qualunque cosa la cui bellezza non muoia. Sono geloso del ritratto che hai dipinto. Perché dovrebbe conservare ciò che io sono condannato a perdere? Ogni momento che passa ruba qualcosa a me e la dona a quell’immagine. Oh se solo potesse essere il contrario!» — O. Wilde, Il ritratto di Dorian Gray

Come non riuscire ad immedesimarsi in queste parole di Wilde? Chi non vorrebbe poter mantenere la propria bellezza e giovinezza immutata e lasciare che sia una fotografia o un quadro ad invecchiare al suo posto? Il desiderio di rimanere giovani è molto comune nell’uomo. Voler sfuggire alla morte, sottrarsi allo scorrere del tempo. Il Tempo. Il Tempo è un tema ricorrente nelle riflessioni quotidiane di tutti noi, probabilmente il tema più ricorrente all’interno dei pensieri dell’uomo sin dalla sua nascita. Poiché in tutti i nostri discorsi il tempo è presente, sia nelle discussioni all’interno delle quali è protagonista, sia quando non viene nemmeno citato o addirittura evitato. Ma cos’è il Tempo in tutto questo? I detti popolari ci dicono che «Il tempo è tiranno» oppure «Il tempo corre». Il Tempo, però, non può, per antonomasia, essere veloce. Il Tempo è un’entità a sé, ha un’unità di misura propria che non può essere definita né come lenta né come veloce. E allora perché ci ostiniamo ad affermare che il Tempo è nostro nemico? Che torto ci ha mai fatto per essere costretto a subire le nostre condanne? Spesso Dorian si pone questo quesito all’interno del romanzo intitolato Il ritratto di Dorian Gray. Egli vorrebbe sfuggire all’invecchiamento causato dal Tempo, alle rughe dell’età, agli acciacchi della vecchiaia, esattamente come gli adolescenti vorrebbero poter sfuggire all’età adulta, alle responsabilità e all’individualismo. Gli adolescenti però, allo stesso tempo, vorrebbero crescere per poter essere indipendenti. Allora cosa si dovrebbe volere? Queste repentine domande, dalle quali siamo tormentati abitualmente, non fanno che condannarci a una pena eterna, privandoci della leggerezza della vita, e in particolare dell’adolescenza. Queste domande senza risposta non fanno che amareggiare il dolce sapore dello scorrere del Tempo.


Il ritratto di Dorian Gray

Il ritratto di Dorian Gray è l'unico romanzo dello scrittore e poeta irlandese Oscar Wilde: racconta di un giovane ragazzo inglese, Dorian Gray, che viene ritratto da un pittore come soggetto di un quadro. Anche grazie ai discorsi incentrati sull’importanza della giovinezza, pronunciati da parte di un amico del ritrattista, il protagonista giunge a sperare di poter rimanere per sempre giovane. Il quadro, allora, invecchia al posto di Dorian. Questo spaventa il giovane a tal punto da portarlo a nascondere completamente la tela, per poter evitare la visione dei lenti cambiamenti del quadro.


Le stagioni dell’uomo

All'interno dei giardini londinesi di Kensington, nel cuore di un laghetto, si trova l’Isola degli uccelli, governata da un corvo, re Salomone, che accoglie il desiderio di maternità delle donne. Il corvo, per realizzare i loro sogni, invia dei passerotti che con il tempo si trasformeranno in bambini. Gli uccellini, però, vivono un periodo di transizione durante il quale acquisiscono gradualmente coscienza, conservando la loro natura di volatili, prima di diventare veri e propri bebè. Peter ha soli sette giorni, ed è perciò, come tutti i neonati, per metà un passerotto e per metà un bambino. Quando la madre lascia distrattamente una finestra aperta, il piccolo, ancora in fase di transizione, vola via per tornare nei giardini di Kensington. Arrivato da re Salomone, apprenderà della condanna autoinflittasi e rimarrà intrappolato in un limbo tra uccellino e bambino, tra il non essere e l’essere.


Questa è la trama del romanzo L’uccellino bianco del 1902 di J. M. Barrie, all’interno della quale appare per la prima volta la figura di Peter Pan, «il ragazzino che non voleva crescere». Questo suo tratto peculiare, il non voler crescere, ci riporta al personaggio di Dorian Gray, il quale, esattamente come Peter, desidererebbe poter rimanere per sempre giovane. All’interno di entrambe le narrazioni i protagonisti riescono nel loro intento: da una parte Dorian rimane giovane grazie al ritratto, che invecchia al posto suo; dall’altra parte Peter sfugge all’età adulta per mezzo della suddetta condanna.


Il racconto dell’uccellino bianco, seppur destinato ad un pubblico infantile, può portare il lettore a compiere diverse riflessioni circa le relazioni che intercorrono tra uomo e animale, in merito a ciò che li accomuna e ciò che li differenzia. La narrazione descrive infatti la nascita di un bebè come un periodo di transizione, di metamorfosi, quando nella realtà questo periodo di passaggio è caratterizzato dalla gravidanza. L’idea di un luogo dove i futuri neonati vivono, per così dire, prima della loro nascita, porta, secondo una mia lettura personale, a paragonare l’Isola degli uccelli, ovvero il luogo dal quale i futuri neonati provengono — secondo la storia di Barrie — alla vita preterrena, al paradiso, oppure ad uno pseudoparadiso, se preferiamo.


A mio avviso, un concetto analogo a quello di vita preterrena è proposto da Milan Kundera ne L’insostenibile leggerezza dell’essere: l’autore afferma infatti che «in Paradiso l’uomo non era ancora uomo» e «il cane non è mai stato cacciato dal Paradiso». L’amore di un cane nei confronti dell’uomo è un amore idilliaco, proprio perché il cane vive ancora all’interno dell’idea di paradiso, ormai abbandonata da parte dell’uomo. Il cane «non sa nulla della dualità tra corpo e anima».


Grazie ai concetti indagati da questi tre romanzi molto diversi tra loro, ma uniti da un fil rouge, ovvero il peso del Tempo sulla vita dell’uomo, e seguendo le riflessioni proposte, potremmo affermare, a mio parere, che l’esistenza dell’uomo è divisa in stagioni. La scansione temporale da me proposta è la seguente. La stagione prima è quella della vita preterrena: si tratta del periodo di tempo all’interno del quale l’uomo dimostra la stessa purezza d’animo di un cane e vive nel paradiso. La stagione seconda è il breve lasso di tempo anzidetto, in cui un essere umano si trasforma e da passerotto diventa neonato; la gravidanza, in altre parole. La stagione terza è la vita dell’uomo, il tempo da lui trascorso sulla Terra, ovvero nient’altro che un breve segmento nell’esistenza dell’essere umano. Infine, la stagione quarta è la riconciliazione dell’individuo con la stagione prima: il ritorno al paradiso, quindi, poiché, anche se l’individuo abbandona il proprio corpo fisico per mezzo della morte, la sua esistenza proseguirà, esattamente perché l’anima, come spiegato in precedenza, è un’entità separata dal corpo.


In questa sede meritano particolare attenzione le stagioni seconda e terza. All’interno della stagione seconda, idealmente, un passerotto diventa un bambino, o meglio, un bebè. Perciò lo stato di bebè, nel percorso della vita, non è che il periodo in cui un individuo acquisisce gradualmente coscienza, acquista quel grado di umanità che potrà renderlo poi un essere umano. All’interno della terza, invece, l’uomo, avendo acquisito completamente coscienza, inizia a rincorrere il Tempo, esattamente come descrive Wilde. Elabora l'idea del Tempo come un nemico e prova in tutti i modi a sfuggire ad esso, nonché ai suoi effetti. Riesce parzialmente, però, solo in uno dei due desideri, ovvero quello di sottrarsi alle conseguenze della tanto temuta entità temporale, molto banalmente per mezzo di cosmetici ed interventi chirurgici. Come mai? Perché l’uomo non riesce a sfuggire al Tempo in sé? Semplicemente poiché il Tempo è astratto, poiché non è altro che un’idea. Allora possiamo affermare che, essendo il Tempo una concezione, nasce solo quando l’uomo elabora tale concezione. Non è altro che una convinzione e, al tempo stesso, una convenzione.


Lasciamoci accadere

Il Tempo scivola via dalle nostre dita con delicatezza. Spesso cerchiamo di accelerare il suo percorso, per pentircene il secondo dopo. Proviamo a rimediare trattenendolo, racchiudendolo nei nostri pugni, ma il Tempo sfugge, il Tempo è liquido e scivola via. Quindi lasciamo che il Tempo scivoli, lasciamolo essere, lasciamolo accadere. Lasciamoci trasportare dal Tempo, lasciamoci accadere.


E. Miglio

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