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Giovanni Bracconi

Natale 800, la notte che ha cambiato la storia

«Obbligo vostro è d’elevar le mani a Dio, come Mosè, e sostener colle vostre preci il mio servizio militare.» — Carlo Magno a papa Leone III, 25 dicembre 800 d.C.

La notte di Natale dell’anno 800, Roma assiste all'incoronazione a imperatore del Sacro Romano Impero di Carlo Magno, re dei Franchi. La Città eterna è ridotta a una cittadina di poco più di quarantamila abitanti, fatta di casupole e capanne, e qua e là si intravede una villa in muratura di qualche superstite nobile patrizio. I Fori Imperiali sono una calchera a cielo aperto, dove gli operai scalpellini rimuovono pietra dopo pietra i templi pagani e polverizzano le statue degli antichi dei. Un’opera finalizzata a distruggere il ricordo delle favole pagane e ricavarne malta e calcina, necessari per erigere le basiliche del Signore.

Il 25 dicembre una folla di straccioni e plebei si accalca nelle strade per assistere al corteo dell’Imperatore. Carlo Magno è alto e robusto, il viso forte, barbuto, incorniciato da una massa di capelli biondi. Cavalca un destriero arabo, arrivato apposta dalle terre andaluse. Dietro di lui il corteo dei dignitari franchi, avvolti nei loro mantelli a colori vivaci, chiusi da fibbie d’oro cesellate, raffiguranti leoni, cavalli, grifoni e altre creature magiche dei bestiari dell’epoca. All’interno della basilica di San Pietro lo attende papa Leone III, solenne nella sua veste bianca, adornata da una cappa dorata, e la mitra sacerdotale sul capo. Il papà è attorniato dagli arcivescovi, dai vescovi e da abati della curia romana, mentre nella basilica risuonano gli inni di centinaia di cantori. Tutti i patrizi e i cittadini illustri assistono a questo momento.

Il re franco è inginocchiato presso l’altare maggiore al cospetto del Vicario di Cristo, su un basamento di porfido rosso; il papa, ispirato da Dio, gli pone sul capo la corona d’oro. Il popolo acclama Carlo, pronunciando l’antica formula di acclamazione degli imperatori romani: «A Carlo, piissimo Augusto incoronato da Dio, al grande Imperatore, apportatore di pace, vita e vittoria».


Nasceva così il Sacro Romano Impero: “Sacro” perché voluto e ordinato da Dio, “Romano” perché nel solco della tradizione dell’impero precedente e “Impero” perché Carlo, fortissimamente, a mio parere, vuole che sia riconosciuto come pari dall’imperatore bizantino. Tra i due i rapporti erano pessimi: Carlo aveva restituito al papa le province dell’Esarcato di Ravenna e i Bizantini, vedendosi spodestati dall’Italia, non erano certo “teneri” nei confronti del sovrano dei Franchi.

Carlo aveva riproposto nei confronti della Chiesa l’atteggiamento del cesaropapismo. Poiché i Romani accusavano papa Leone di aver avuto parte nella morte del suo predecessore Adriano, Carlo si offrì di condurre il giudizio nei confronti del papa, riconoscendo quest’ultimo innocente rispetto alle accuse mossegli. Di conseguenza, il papa per sdebitarsi pose la corona degli imperatori romani sulla testa del re Franco, dopo trecentoventiquattro anni dacché le insegne imperiali d’Occidente erano state consegnate all’imperatore bizantino Zenone. L’ideale imperiale, distrutto dai barbari germani, viene in tal modo dagli stessi rinnovato, mentre la Chiesa cattolica impone la sua supremazia su tutte le altre chiese grazie all’Imperatore. Si salda quindi l’unità spirituale cristiana nella forma politica universale dell’Impero.


Come questo rapporto vada evolvendo nel corso del Medioevo, nelle turbolente lotte con gli Ottoni prima e gli Hohenstaufen poi, nelle riflessioni politiche di Marsilio da Padova e di Dante, resta un argomento appassionante. Il succo della questione però, a mio avviso, è il seguente: Carlo diventa imperatore per grazia di Dio, perché papa Leone lo incorona o perché il popolo lo acclama, instaurando quindi una sorta di suffragio popolare?

Voi che ne pensate?


G. Bracconi


Fonti

Gregorovius, F. (2016). Storia di Roma nel Medioevo. Res Gestae.

Hägermann, D. (2004). Carlo Magno. Il signore dell’Occidente (G. Albertoni, Trans.). Einaudi.

medioevo.roma. (n.d.). Medioevo.Roma.

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