Ritorno a scuola
Quanti di noi si erano già abituati al suono della sveglia alle 7:55? Del non togliere nemmeno il pigiama e già connettersi alle lezioni alle 8? Eppure, dopo due anni di didattica a distanza, siamo tornati a viverci pienamente la scuola.
Il ritorno che tutti speravamo ma di cui non eravamo certi e da un lato ne eravamo anche intimoriti. Dopo due anni dove è mancata l’interazione sociale, un rientro del genere ad una sorta di normalità che ormai abbiamo imparato a vivere, ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Sono anni che ci stanno mettendo fortemente alla prova, anni dove l’unico modo di vivere è stato attraverso uno schermo e dove la distanza era fondamentale; distanza non solo fisica ma anche mentale. Una distanza che ha portato le persone ad essere sempre più rassegnate e disperate, specialmente noi adolescenti, abituati per natura a una continua e indissolubile interazione con i nostri coetanei.
Si ha la sensazione di star perdendo quelli che dovrebbero essere gli anni più belli della nostra vita con la paura delle quarantene, dei tamponi e di poter contagiare le persone a cui vogliamo bene. Secondo dati ISTAT, durante la pandemia, gli adolescenti hanno visto peggiorare la loro salute mentale e hanno raggiunto livelli di depressione mai toccati prima, mentre lo smarrimento e la sensazione di vuoto e di paura hanno portato allo sviluppo di dipendenze comportamentali come il gioco d’azzardo o i videogiochi. I ricoveri nei reparti di psichiatria italiani sono aumentati notevolmente durante e dopo i diversi lockdown, spesso derivanti da tentativi di suicidio e autolesionismo.
Non abbiamo solo disagi riguardo alla salute psichica ma anche riguardo alla coordinazione motoria, ai problemi di socialità tra bambini e giovani e a disturbi come quello del deficit dell’attenzione. Secondo dati emersi da un sondaggio Ipsos, quasi quattro persone su dieci in 29 Paesi pensano che il malessere provato da bambini e giovani e il peggioramento della salute mentale dipendano dalla pandemia e da tutto quello che ne consegue. La difficoltà legata al concetto di reintegrazione nella società è un problema che preoccupa il 39% degli italiani; un 20% pensa invece che i bambini e i giovani avranno delle serie difficoltà ad adattarsi a nuovi ambienti scolastici.
In questo periodo ciò che più ci manca è la vicinanza, il poter dare un abbraccio senza provare timore, poter vedere il sorriso e le espressioni dei nostri amici e delle persone che amiamo senza che una mascherina ci copra parte del volto. Abbiamo imparato a volerci bene anche da lontano e abbiamo capito che "lontano" è un concetto che riguarda lo spazio ma non i nostri affetti e il nostro amore. Stiamo lentamente vedendo la fine a questo strazio che è la pandemia di COVID-19 e, seppur sia estremamente difficile, dobbiamo pazientare e attenderci a tutte le regole che ormai ci risuonano nelle orecchie ancora per un poco.
Augurando a tutti un ottimo anno scolastico, speriamo possiate vivere la nostra scuola serenamente e riprendere lentamente tutto quello che la pandemia ci ha portato via.
Buon inizio anno!
P. Piccinelli
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