Storia breve dei rapporti tra Ucraina e Russia
«In Europe and America There's a growing feeling of hysteria Conditioned to respond to all the threats Of the rhetorical speeches of the Soviets Mr. Kruschev said we will bury you I don't subscribe to this point of view Believe me when I say to you I hope the Russians love their children too» — Sting, Russians, 1986
Le origini comuni di Russia e Ucraina risalgono all'Alto Medioevo, quando i territori che si estendevano dal Baltico al Mar Nero vennero conquistati dai vichinghi chiamati "Rus", che intorno al 900 d.C. fondarono il principato di Rus, con capitale Kiev.
Al massimo della sua estensione, il territorio di Rus comprendeva l'area geografica attuale di Lituania, Lettonia, Estonia, Russia occidentale, Bielorussia, Polonia e Ucraina. Con i grandi principi Vladimir I e Jaroslav il saggio, la Rus di Kiev era riunita sotto un unico sovrano forte. A fianco dell'unità territoriale, si affermò anche una prima identità culturale, soprattutto grazie all'adozione in tutto il regno della scrittura cirillica per la liturgia cristiano-ortodossa, che con Vladimir I era diventata religione di stato, e per tutti i documenti ufficiali.
Alla morte di Jaroslav il regno venne diviso tra i suoi figli in cinque grandi aree: il principato di Kiev, che comprendeva l'area sud-occidentale, più o meno le attuali Ucraina, Bielorussia e parte della Polonia; il principato di Novgorod, che comprendeva il Baltico e tutti i territori settentrionali, che divenne appannaggio del primogenito Izjaslav; il principato di Cernigov, nella zona nord-orientale dell'Ucraina attuale; il principato di Pereslav, a est di Novgorod, e il principato di Vladijmir-Volinski nella Volinia, ora Ucraina occidentale.
In seguito, Il Paese si frammentò in piccoli principati locali e venne travolto dall'invasione dei tartari nel 1250. Da allora i principi della Rus di Kiev divennero vassalli del Khan dell'Orda d'Oro e si verificò una divisione del regno in tre grandi aree slave orientali: l'area ucraina o rutena a sud-ovest, l'area bielorussa o dei russi bianchi a nord ovest e l'area russa o dei grandi russi a nord-est.
Con la devastazione di Kiev e del bacino del Dnepr da parte dei mongoli, Ucraina e Bielorussia iniziarono ad orbitare commercialmente verso la Polonia e i paesi baltici; mentre i russi, stanziati nel principato di Novgorod, mantennero buoni rapporti con i mongoli. Nel frattempo, i tartari di Crimea e i siberiani svilupparono una forte identità nazionale attorno alla figura dell'eroe della battaglia della Neva contro gli svedesi, Alexander Nevskij, principe di Novgorod.
All'interno del principato di Novgorod esisteva un piccolo villaggio fortificato, costruito con tronchi d'albero, un avamposto militare, una chiesa e magazzini per le merci che viaggiavano per la via fluviale della Moscova: era la Mosca primigenia del principato di Moscovia. Uno dei figli di Alexander Nevskij, avendo ricevuto questo piccolo territorio, assunse il titolo di principe di Mosca.
Uno dei suoi discendenti, Ivan, venne riconosciuto come Grande principe dal Khan dell'Orda d'Oro, estendendo sempre più il suo potere a est e dominando di fatto il principato di Novgorod. Ivan rafforzò così il suo potere politico, anche grazie al trasferimento a Mosca in via definitiva del metropolìta di Kiev, massima autorità religiosa della chiesa ortodossa russa dopo il patriarca di Costantinopoli. Il consolidamento dell'egemonia di Mosca continuò negli anni successivi con l'acquisizione di principati minori: i nobili boiari erano disposti a cedere i loro territori al principe in cambio di nuovi titoli nobiliari e incarichi presso il Cremlino. Con la caduta di Costantinopoli e le nozze tra Ivan III e la despina Zoe, figlia dell'ultimo imperatore bizantino Costantino XI Paleologo, il sovrano russo sognava di realizzare una "Terza Roma", di cui la Russia potesse raccogliere l'eredità imperiale.
Lo Stato russo si consolida ed accresce tra la fine del quindicesimo e l'inizio del sedicesimo secolo, mentre in questo periodo l'Ucraina non esisteva come stato sovrano. Da Ivan IV in poi, tutti i sovrani russi assumeranno il titolo di Zar o Cesare: nasce così il Regno russo o Zarato moscovita, il cui trono passerà alla dinastia Romanov nel 1615 con lo zar Michele.
Da questo momento in poi, i destini di Russia e Ucraina tornano a fondersi, con la riconquista di parte dei territori che oggi formano l'Ucraina occidentale e con la dichiarazione di vassallaggio nei confronti della Russia dell’Etmanato Cosacco, territorio ucraino, con il trattato di Perejaslav del 1654.
Caterina la Grande estese i confini della Russia fino al Mar Nero, conquistando la Crimea, che era un territorio ottomano, ceduta alla Russia nel 1792, nel trattato di pace della guerra russo-turca. All'inizio del secolo scorso l'Ucraina infatti era divisa fra l'Impero russo a est e l'Impero austro-ungarico a ovest. Solo il 3 marzo 1918 col trattato di Brest-Litovsk il governo bolscevico, al fine di firmare l'armistizio con gli Imperi centrali di Austria e Germania, acconsentì alla perdita del territorio ucraino, per il quale venne dichiarata l'indipendenza.
Tuttavia, allarmata dalla presenza del nuovo e sconosciuto vicino comunista, del tutto distante dalla politica russa sino ad allora conosciuta, l'Ucraina si costituì come Repubblica Popolare vicina ai bolscevichi e aderì nel 1922 come membro fondatore alla fondazione dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS).
Nel 1954 Nikita Kruscev, ucraino, eletto segretario del Partito Comunista Sovietico (PCUS), regalò la Crimea russa all'Ucraina. Nel 1991, a seguito della dissoluzione dell'URSS, l'Ucraina nei suoi attuali confini si proclamò indipendente.
Da più di trent'anni quindi la sovranità nazionale dell'Ucraina è indiscutibile e la sua invasione da parte dei russi è condannabile sotto ogni punto di vista, a partire dalla violazione del diritto internazionale. Il progetto di Putin, secondo la narrazione mainstream, è quello di affermare il panslavismo su tutti i territori dell'ex Unione Sovietica: là dove c'è un russo, lì deve esserci la Russia, proprio come Hitler, con il suo pangermanesimo, dichiarò l'Anschluss con l'Austria e invase i Sudeti.
Tuttavia, la guerra nel Donbass ucraino è iniziata nel 2014, con scontri tra l'esercito ucraino e i separatisti russi e l'Occidente è rimasto a guardare, assumendosi la responsabilità della propria inerzia. Già negli anni novanta con la guerra dei Balcani, l'Occidente lasciò che si portasse avanti un genocidio efferato nei confronti di bosniaci, croati, albanesi, nel cuore dell'Europa.
Questo ci ha regalato altri trent'anni di pace, ma oggi voi che ne pensate? Qual è la vostra opinione su questi tristi avvenimenti che ci coinvolgono tutti?
G. Bracconi
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