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Chi era Guido Carli?

Correva l’anno 2011 quando nasceva il Liceo Internazionale per l’Impresa Guido Carli. In occasione del decimo anniversario della nostra scuola, scopriamo chi era Guido Carli.


La famiglia e gli studi

Guido Carli nacque a Brescia il 28 marzo 1914 da Egina Chiaretti e Filippo Carli, sociologo ed economista protezionista, esponente del movimento nazionalista, segretario della Camera di Commercio di Brescia e docente di economia politica all’Università di Pisa.

Il padre Filippo era impegnato a introdurre nell’economia la dottrina del fascismo, un tentativo che si rivelò fallimentare, ed ebbe un peso nella formazione culturale e politica del figlio. Guido Carli non fu un militante antifascista, ma espresse in più occasioni la sua avversione alla politica economica del fascismo.

Si laureò nell’anno accademico 1935-1936 con il professore Marco Fanno, (economista di scuola neoclassica) con una tesi sulle Vicende del sistema tipo di cambio aureo, che lo indirizzò verso le teorie del liberismo.


Anni trenta

Le sue prime esperienze risalgono alla metà degli anni Trenta, il periodo della sistemazione istituzionale dopo la crisi del 1929 [a]. Cominciò a lavorare all’ispettorato economico dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI). Aveva un carattere flessibile nell’affrontare crisi economiche e rispondere alle regole di una scelta di mercato e considerava l’iniziativa pubblica tanto importante per lo sviluppo del Paese quanto quella privata.


Il dopoguerra

Nel 1947 fu incaricato di trattare l’adesione dell’Italia agli accordi monetari di Bretton Woods. Tra gli altri incarichi ricordiamo che fu direttore esecutivo nel board (consiglio dei direttori) del Fondo Monetario Internazionale (FMI), negoziò la fissazione della parità postbellica della Lira e la sistemazione con gli Stati Uniti della circolazione di Amlire (o American Lire, moneta emessa in Italia dalle forze alleate di occupazione). L’anno seguente fu nominato dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi come consulente generale dell’Ufficio Italiano dei Cambi.

«La parola "mercato" in quei giorni era priva di senso.» [b] — Guido Carli, Cinquant'anni di vita italiana, 1993

In Italia c’era il problema prioritario di reperire le risorse per la sussistenza: osservò che i gruppi dirigenti erano in condizione di ottenere più di quanto il comune cittadino potesse sperare. Manifestò idee che lo avvicinarono alle tesi della sinistra progressista e a quelle della destra conservatrice. La questione era: rigore economico o tolleranza sociale?


Internazionalità

Nel 1950 fu nominato presidente del Comitato di Direzione dell’Unione Europea dei Pagamenti e guidò il ritorno al multilateralismo degli scambi nell’Europa occidentale. Dal 19 maggio 1957 al 19 giugno 1958 fu ministro del commercio con l’estero, durante il governo Adone Zoli. In questo periodo si impegnò ad avviare la trasformazione dell’Italia da Paese importatore di capitali a Paese esportatore (per finanziare le vendite all’estero dei nostri prodotti). L’integrazione nel processo di globalizzazione iniziò con il GATT (General Agreement on Tariff and Trade) e la WTO (World Trade Organization).


Mondo del credito

Nel 1959 fu eletto Direttore generale della Banca d’Italia e l’anno seguente ne diventò Governatore (successore di Menichella). Insieme a Paolo Baffi e Antonio Occhiuto (direttore e vicedirettore generali) completò il lancio dell’economia italiana sul piano internazionale. Tra le riforme introdotte da Carli ricordiamo: mettere a disposizione delle imprese denaro a basso costo, creare il mercato dell’eurodollaro allentando i vincoli internazionali all’offerta di dollari e potenziare il servizio studi della banca, introducendo una nuova scuola di economia.

«[Paul Volcker [c] parla] Guido Carli è stato uno dei miei eroi. [...] Era la fine dell’inverno del 1964 e Carli venne a Washington per chiedere un pacchetto di salvataggio per la lira. [...] Si trattava di un prestito veramente ingente, anche per quell’epoca. [...] Negli uffici ci si interrogava sull’opportunità di quell’aiuto. E ricordo che tutti dissero che quel prestito si poteva fare perché c’era Carli. [...] La fiducia in Carli era molto grande.» — Guido Carli, Le due anime di Faust

Tra le diverse questioni monetarie, Carli negoziò la creazione degli SDR (Special Drawing Rights), una moneta-credito creata dall’FMI che, secondo le intenzioni di John Maynard Keynes [d], doveva essere «as good as gold». Tuttavia fallirono nel compito di sostituire il dollaro USA come moneta per gli scambi mondiali e metro di riferimento dei cambi.


Confindustria

Nel 1975 lasciò volontariamente la Banca d’Italia e diventò presidente di Impresit International (società del gruppo FIAT). Su consiglio di Gianni Agnelli [e] si candidò, per poi diventare, presidente di Confindustria (a fronte di una grave crisi economica e della conseguente crisi sociale). In questa veste propose la creazione di un’autorità capace di governare la concorrenza per riequilibrare i rapporti tra capitale e lavoro alterati dallo statuto dei lavoratori e vincolare alle stesse regole del gioco la presenza dello stato imprenditore nell’economia.

Nel 1978 riunificò in senso laico l’Università Cattolica Pro Deo, ribattezzata con LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali) Guido Carli. Nel 1980 divenne Presidente dell’UNICE (Union des Industries de la Communauté Européenne).


Politica

Il 26 giugno 1983 divenne Senatore (della Democrazia Cristiana - Collegio di Milano I); il 15 luglio 1987 divenne Ministro del Tesoro del VI e VII Governo Andreotti.

Nel 1992, riuscì ad attenuare i rigidi criteri di partecipazione dell’Unione Monetaria Europea (a seguito del trattato di Maastricht) ottenendo l'Addendum (clausola di convergenza graduale per il rapporto debito pubblico-PIL).

In Italia si apre l’era delle privatizzazioni con il trasferimento della proprietà del capitale delle aziende di credito a fondazioni di nuova costituzione (S.p.A. di diritto privato). La privatizzazione ebbe la sua massima intensità durante il ministero guidato da Ciampi.

Il 23 aprile 1993 Guido Carli morì, lasciando al Paese un grande segno, fu infatti personaggio importante anche per la carriera dell’odierno Presidente del Consiglio, Mario Draghi.

«Carli [...] era molto più aperto sul fronte dei movimenti internazionali e di capitali sul libero commercio. [...] Non era un economista analitico, non era un matematico, ma soprattutto non era pedante, e aveva lo stesso modo di descrivere la realtà: a grandi pennellate.» — Mario Draghi, intervista a Il Foglio

A. Bugatti


Note

[a] La Grande depressione fu una grave crisi economica e finanziaria che sconvolse l'economia mondiale alla fine degli anni venti. Ebbe origine negli Stati Uniti d'America, cui fece seguito il definitivo crollo della borsa di Wall Street del 24 ottobre (giovedì nero) dopo anni di boom azionario.

[b] Testimonianza di Carli sullo stato della politica e sulla mentalità dei gruppi dirigenti e della burocrazia dell’epoca.

[c] Economista statunitense, presidente della Federal Reserve sotto i presidenti Jimmy Carter e Ronald Reagan. Pose fine agli alti livelli di inflazione registrati negli Stati Uniti negli anni settanta e nei primi anni ottanta.

[d] John Maynard Keynes è stato un economista britannico, padre della macroeconomia e considerato il più influente tra gli economisti del XX secolo.

[e] Gianni Agnelli è stato un imprenditore e politico italiano, principale azionista e amministratore al vertice della FIAT.


Fonti

Savona, P. (2013). CARLI, Guido. In Dizionario Biografico degli Italiani. Enciclopedia Treccani.

Carli, F. (24 marzo 2014). La sera restavamo in Banca d'Italia. Draghi e i Carli boys. Il Foglio.

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