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Writer's pictureAlessandro Pasini

Hayao Miyazaki, il Walt Disney giapponese

Chi non ha mai visto un film dello Studio Ghibli? Parliamo di capolavori come Lupin III - Il castello di Cagliostro (1979), La città incantata (2001), Il castello errante di Howl (2004), Princess Mononoke (1997), Porco Rosso (1992), o l’iconico Il mio vicino Totoro (1988), che è diventato mascotte e simbolo dello studio. Tutti film nati grazie a lui, Hayao Miyazaki, vincitore dell’Orso d’oro e dell’Oscar al miglior film d’animazione per La città incantata, unico film d’animazione nipponico ad aggiudicarsi questo premio. Record di incassi e vincitore del Leone d’oro al Festival di Venezia nel 2005, Miyazaki è uno dei personaggi più importanti nel cinema d’animazione, ed è stato paragonato a Walt Disney e Akira Kurosawa, famoso regista giapponese.

La giovinezza

Durante la seconda guerra mondiale, il giovane Hayao, figlio del direttore di un'azienda produttrice di pezzi per aeronautica giapponese, aveva due grandi passioni, il disegno e gli aerei. L’uomo era riuscito a volare, ma l’unico motivo per cui gli aerei venivano usati era la guerra. Il suo sogno era di diventare un pilota per far conoscere al mondo come gli aerei possano essere un mezzo incredibile per l’umanità, ma, per un problema agli occhi, non poté volare e compì la strada di molti grandi del passato, si laureò in economia, e si preparò a una monotona vita da impiegato. Ma un giorno si innamorò del film L'usignolo dell'Imperatore (1949) e si fece assumere in uno studio di animazione. Fu subito riconosciuto per le sue qualità, e lavorò alla sceneggiatura di molti film e anime, tra cui Lupin III.


La nascita dello Studio Ghibli

Insieme ai suoi soci, Miyazaki voleva realizzare un film animato, Nausicaä della Valle del vento (1984), per parlare di un disastro ambientale, un tema che ancora era sconosciuto. Il maestro fu costretto a scriverne il manga, perché i produttori animavano solo prodotti “sicuri” perché già conosciuti, e per anni nel suo poco tempo libero, continuò a scrivere e illustrare. Infine realizzò la trasposizione animata. Questo film gli permise di fondare il suo studio di animazione, lo Studio Ghibli, e nel 1986 il primo lungometraggio dello studio vide la luce: Laputa - Castello nel cielo.


I temi di Miyazaki

Miyazaki ha a cuore molti argomenti, che riesce a fare apprezzare sia ai più piccoli, sia a chi è più cresciuto, trasmettendo pillole di saggezza unite con una tecnica d’animazione iconica. Tra i temi più cari al maestro vi sono l’equilibrio tra natura ed essere umano, l’educazione, la sensibilizzazione e la curiosità. In pochi dei suoi film è presente una figura che possa essere definita “il cattivo”, i suoi personaggi sono dinamici, in grado di evolversi. Miyazaki è stato definito da molti un “femminista” per via dei ruoli spesso centrali delle donne nei suoi lungometraggi. Un altro tema ricorrente è il pacifismo, che possiamo notare in Conan il ragazzo del futuro (1978) o Nausicaä della Valle del vento. Ultimo tema importante che Miyazaki tratta spesso è il volo, per la sua passione d’infanzia per gli aerei.


Il ritiro dalle scene e il ritorno

Più volte Miyazaki ha annunciato il suo ritiro. Nel 1998, dopo la pubblicazione di Princess Mononoke, si trasferì in una casetta nella natura per lasciare spazio ai nuovi artisti. Qui conobbe cinque bambini che non gli davano tregua, loro adoravano i suoi film e continuavano a giocare con lui e a proporgli nuove idee. Illuminato, il maestro tornò allo Studio Ghibli con l’idea de La città incantata, il suo “ultimo film”. Negli anni successivi, se ne andò e tornò allo Studio Ghibli ben tre volte. Nel 2014 annunciò il suo ritiro definitivo e pianse per la prima volta in pubblico durante la presentazione di un suo film, Si alza il vento (2013), una rappresentazione della sua infanzia, che trattava il tema del volo. Ma nel 2016 decise di lavorare al suo ultimo film, il cui titolo sarà probabilmente E voi come vivrete?, una eredità morale per il nipote, di cui il messaggio è «Il nonno se ne andrà presto all’altro mondo, ma sta lasciando questo film per te, perché ti ama». La lavorazione per ora ha richiesto più di quattro anni, e nel 2019 erano completate solo il 15% delle scene. Sarà davvero questo l’ultimo film di Miyazaki? O ci stupirà ancora?


Perché Miyazaki è considerato un genio: La città incantata

Non solo per il suo valore artistico, ma anche per i temi che tratta nei suoi lungometraggi. La città incantata, per esempio, si basa sul concetto di “liminalità”, ovvero il trovarsi in un luogo o in uno stato di transizione. La protagonista durante tutto il film matura molto e tutto il significato si basa sulla contrapposizione tra due parti che possono essere contrastanti o coesistenti. Il tema centrale del film è il confronto tra il lavoro più artigianale quello industriale e automatizzato. Per la strega Yubaba, tante persone lavorano per produrre qualcosa, ma al prezzo di perdere il nome. Una situazione tipica della società odierna, in cui la propria identità è data da ciò che si fa e non da chi si è. Il secondo tipo di lavoro è quello più tradizionale rappresentato dalla strega Zeniba: ognuno produce quello che può produrre per se stesso, e questo assume un valore unico e irripetibile. Questo è in contrapposizione con il sistema moderno, nel quale difficilmente una persona che produce un oggetto costoso potrà permetterselo. Miyazaki non critica le due modalità, ma osserva la loro coesistenza nel mondo moderno. Durante tutto il film appaiono moltissimi dei della mitologia giapponese e il Senza Volto, la rappresentazione della società giapponese odierna, che ancora deve assumere il suo volto, cerca di infiltrarsi offrendo tutto quello che ha e ricercando la protagonista, l’unica a cui quello che ha da offrire non interessa, perché è il concetto opposto del capitalismo. Miyazaki avvia altre critiche sociali, come per esempio all’inquinamento, rappresentato dal “dio putrido” un tema rivoluzionario nel 2001 o alla prostituzione, in passato molto radicata nella tradizione termale giapponese.


Miyazaki, insomma, è sempre garanzia di un ottimo film, un'opera d’arte, un'esperienza di riflessione e divertimento per tutti. Allora, caro lettore, ti ho invogliato a scoprire le opere di questo “anziano signore che vuole solamente raccontare una storia”?

Buona visione!


A. Pasini


Fonti

Hayao Miyazaki. Studio Ghibli. (n.d.).

Vitellaro, G. (24 febbraio 2020). La città incantata: Simboli e significati del film di studio ghibli. NoSpoiler.

Wikimedia Foundation. (4 dicembre 2021). La città incantata. Wikipedia.

Wikimedia Foundation. (24 novembre 2021). Hayao Miyazaki. Wikipedia.

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