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Writer's pictureRedazione di Carliweek

La tomba di Dante e il museo Dante Plus a Ravenna

L’anno scorso, sono andata a visitare la meravigliosa città di Ravenna e mentre camminavo per le strade della città, mi sono imbattuta nella tomba del «Padre della Lingua Italiana», Dante Alighieri. Quando Dante morì, nel 1321, venne sepolto nel sarcofago posto, durante quegli anni, all’interno del chiostro di Braccioforte a Ravenna. Nel XV secolo poi venne spostato sul lato sud ovest. La città di Firenze cominciò a reclamare le spoglie del poeta. Papa Leone X, infatti, insieme a Michelangelo, mandò una delegazione a Ravenna per prendere le reliquie del poeta, ma scomparvero, perché custodite dai monaci francescani, che volevano proteggerle dalla faida tra le due città. A Ravenna Dante aveva vissuto gli ultimi anni della sua vita in seguito all’esilio da parte di Firenze, che si sentiva fiera di essere stata la città natale del poeta e voleva ospitare le sue reliquie per riparare il torto che gli aveva fatto.


Tra il 1780 e il 1782 venne costruito, dall’architetto Camillo Morigia, l’attuale mausoleo, un monumento funebre di stile neoclassico. Lì vennero poste le spoglie di Dante, che però rimasero solo fino al 1810 a causa delle leggi napoleoniche e per un certo periodo nessuno seppe più nulla, infatti fino al 1865 tutti coloro che visitavano la tomba di Dante, in realtà andavo a omaggiare un sepolcro vuoto. Nel maggio del 1865 durante dei lavori di ristrutturazione dell’area, dei muratori ritrovarono la cassa con incisa l’iscrizione in latino «Dantis Ossa». Venne messa all’interno dell’attuale tomba nella quale però stettero meno di un secolo perché durante la seconda guerra mondiale vennero spostate per essere protette dai bombardamenti protetto dai bombardamenti. A battaglia finita vennero rimesse a posto. Il mausoleo è un tempietto di stile neoclassico con pochi decori. Entrando la prima cosa che si nota è il sarcofago, sormontato dal bassorilievo che rappresenta Dante mentre sta leggendo dei volumi. Il mausoleo venne dichiarato monumento nazionale. Da quando, durante gli anni del liceo, sto studiando la Divina Commedia, mi sono affezionata alla figura di Dante. Attraverso l’opera sono riuscita a conoscerlo bene e vedere la sua tomba mi ha emozionata molto.


Come da ormai sei anni a questa parte nel periodo tra agosto e settembre, nella biblioteca di storia contemporanea «Alfredo Oriani» di Ravenna, a fianco alla tomba di Dante Alighieri, di cui abbiamo appena letto, viene istituita da Marco Miccoli di Bonobolabo — designer architettonico e 3D designer di Ravenna — una mostra collettiva chiamata Uno, nessuno e centomila volti, totalmente gratuita, dedicata al Sommo Poeta. Mi piace definirla come un nuovo approccio all’arte, questo perché all’interno non troviamo semplici quadri come ci sono nel museo tradizionale di Dante, a pochi passi dalla libreria, ma ci sono opere di design di oltre sessanta artisti italiani che hanno creato questa novità molto interessante: tramite un’applicazione, che ti invitano a scaricare prima di iniziare la mostra, le opere che andremo a vedere si trasformeranno in un video che cambierà ogni volta in base a ciò che troviamo davanti, questo avverrà semplicemente inquadrando l’opera e aspettando che il video si carichi sul nostro cellulare. Questa edizione in particolare è dedicata a Beatrice, infatti all’ingresso troviamo un manifesto, che spiega vagamente di cosa si tratta e mostra anche la copertina nella quale vi è scritto «Bea ti amo». Credo sia un approccio molto interessante che possa appassionare anche i più piccoli, che attirati da questo risultato inaspettato rimarranno a guardare queste opere per molto tempo, che si avvicinano molto di più alla loro realtà quotidiana, rispettando sempre il lato letterario e storico del Poeta, così che possano sia divertirsi che imparare; secondo me questo aspetto è molto importante, che fin da bambini vengano avvicinati alla storia, ma più giocosamente in modo che crescendo non troveranno pesante studiare la Divina Commedia, perché sin da piccoli erano abituati a conoscerla e non sarà una sorpresa quando si troveranno alle medie e odieranno doverla studiare. Dico questo perché durante la mia visita vidi molti bambini interessati da questo metodo interattivo di mostrare alle persone chi è Dante e cosa ha fatto, in modo da non annoiare chi non é appassionato, anzi renderlo partecipo della letteratura.


A. Giannini, L. Ziliani

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