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Pablo Picasso: raccordo tra passato e presente

La storia dell’arte è ricca di personaggi illustri che caratterizzano un determinato movimento e ne delineano le caratteristiche principali. Meno frequentemente, però, capita di imbattersi in artisti che hanno raccordato periodi e tendenze, ideando concezioni innovative della realtà e nuovi modi per rappresentarla. Così come Giotto scosse gli oscuri dettami romanici e gotici, spianando la strada verso il bello rinascimentale, l’arte di Pablo Picasso fu uno snodo cruciale tra la tradizione ottocentesca e quella contemporanea. Da questo emerge l’inutilità di precisare che il ricordo di una personalità tanto insigne venga perpetrato negli anni. L’8 aprile scorso, infatti, è stato celebrato il cinquantesimo anniversario dalla morte dell’artista, avvenuta nell’elegante borgo francese di Mougins.


Pablo Ruiz y Picasso, però, aveva origini spagnole. Nacque il 25 ottobre 1881 a Málaga, splendida cittadina dell’Andalusia, affacciata sul Mediterraneo. L’estate scorsa, durante un viaggio di studio, ebbi l’opportunità di visitare la dimora dell’artista e il palazzo Buenavista, oggi sede del celebre museo Picasso, noto per l’elevato numero di tele esposte — oltre duecentotrenta. A mio avviso, la compostezza dell’edificio dal gusto neoclassico che custodisce la collezione crea un forte contrasto con la natura delle opere dell’artista, coinvolgenti ed espressive. Ho apprezzato molto non solo l’innegabile fascino delle tele, ma anche il criterio, sia cronologico che tematico, con cui queste sono state distribuite nelle varie sale adibite all’esposizione. Tra i vari quadri, quello che mi ha colpito maggiormente è stato El minotauro y otros monstruos, un’opera che, insieme a Las tres gracias, rimanda direttamente alla tradizione classica.


Figlio di José Ruiz, stimato professore di disegno, l’artista si dedicò alla pittura sin dalla più tenera età. Dopo il trasferimento della famiglia a Barcellona, Picasso cominciò a partecipare attivamente alla vita intellettuale della capitale catalana, aperta a tutte le correnti artistiche di avanguardia, lavorando con frenesia e sperimentando varie tecniche stilistiche.


Picasso ha senza dubbio rivoluzionato lo stile pittorico della sua epoca. Nelle sue tele, le raffigurazioni si svincolano da ciò che appare, pertanto non tendono a riprodurre fedelmente quello che l’occhio umano percepisce. L’artista, infatti, abbandonò la rigorosa prospettiva scientifica sviluppatasi a partire dal Rinascimento e compose immagini assemblando frammenti di realtà osservati da varie angolazioni. Le sue opere, infatti, presentano molteplici punti di vista e inglobano una serie di possibili sfaccettature della realtà, tenendo conto anche del trascorrere del tempo, che, in una raffigurazione puramente realistica, viene ridotto al singolo istante in cui si cattura la percezione fotografica dell’immagine rappresentata. Picasso introdusse così una dimensione spazio-temporale nella pittura, probabilmente influenzato dalla formulazione della teoria della relatività da parte di Albert Einstein. Rebus sic stantibus, non ci deve meravigliare il fatto che tali innovazioni portarono alla nascita di un nuovo movimento, il Cubismo, i cui massimi esponenti — oltre al pittore spagnolo — furono Georges Braque e Marcel Duchamp.


Unico anche il rapporto dell’artista con la politica, che si evince dalla sua tela più nota, ossia Guernica. Sconvolto dal feroce bombardamento della città che dà il proprio nome al quadro, Picasso denunciò gli orrori della guerra, animando la disperazione e scomponendo la realtà fino a giungere all’essenza del dramma ritratto. Sebbene i tratti principali dei soggetti rappresentati si riescano a distinguere, la dimensione surrealista e cubista pervade l’intera tela. Ancora oggi quest’opera viene celebrata come manifesto universale contro ogni forma di conflitto armato. L’artista, infatti, nonostante avesse aderito al Partito comunista francese durante la Seconda guerra mondiale, si schierò sempre contro ogni forma di potere autoritario che conciliasse le libertà personali e civili dei cittadini.


Dopo aver condotto una vita piuttosto movimentata, Picasso si ritirò a Mougins, un piccolo paese nei pressi di Cannes. Anni fa visitai questo luogo estremamente suggestivo e rimasi colpito dal fascino delle colline francesi che si stagliano verso l’orizzonte della Costa Azzurra. Apprezzai in modo particolare la colossale statua raffigurante il volto dell’artista, un uomo che ha certamente lasciato il segno nella storia dell’umanità.


D. Gregorini (3ª B)

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